Rosina, Giorgio e la panchina rossa a San Pietro al Natisone
In un pomeriggio di novembre tutti i media sono invasi da notizie sulla scomparsa di Giulia Cecchettin: l‘Italia intera è in sospeso, ad attendere notizie positive riguardo alla scomparsa della giovane donna. Per cinica coincidenza siamo in novembre, il mese in cui viene celebrata la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne. Il drammatico epilogo verrà scoperto pochi giorni più tardi, nello sgomento generale: ogni persona reagisce come sa, come crede, come può. Due “giovani dentro” a San Pietro al Natisone Rosina Nadalutti e Giorgio Osgnach, rispettivamente di 82 e 85 anni che sono genitori, nonni e cittadini attivi, decidono di contribuire con un gesto concreto. Mentre Giorgio sta riparando la panchina posta in Via Narauni, di fronte al civico 12, Rosina propone di “dipingerla di rosso”. Ecco che da questo semplice gesto Via Narauni si anima di un simbolo importante: la panchina rossa, già presente in molti Comuni italiani, simbolo della violenza inflitta ad una donna. Ora anche San Pietro al Natisone ha la sua panchina rossa, per gesto volontario e spontaneo di due persone attente. Hanno arricchito un oggetto di un significato importante, creando uno spazio per coloro che vorranno sedersi e riflettere, nel rispetto di tutte le donne…porsi in ascolto, anche del silenzio, che parla ad ognuno di noi. E su questa panchina un posto ci sarà sempre, soprattutto per le donne che non ci sono più.