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La proiezione al Visionario di Udine

La friulana Demetra Bellina protagonista di "Non credo in niente"

Il film, opera prima di Alessandro Marzullo, approda anche nelle sale del Cinema Visionario di Udine dal 9 all'11 ottobre

C'è anche la friulana Demetra Bellina nel cast dell'opera prima di Alessandro Marzullo "Non credo in niente", film prodotto e distribuito da Daitona e Flickmates, presentato in anteprima alla 59a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro e nelle sale dal 28 settembre.

Demetra, nata a Udine, ma ormai romana d'adozione e già nota al grande pubblico per aver recitato in Comedians di Gabriele Salvatores, è infatti la protagonista del film che arriva ora anche nelle sale del Cinema Visinario di Udine dal 9 all'11 ottobre. Insieme a lei, nel cast, anche Giuseppe Cristiano (Io non ho paura, Gabriele Salvatores, 2003; Come Dio Comanda, Gabriele Salvatores, 2008), Renata Malinconico (Ovunque tu sarai, Roberto Capucci, 2017), Mario Russo (Calibro 9, Toni D’Angelo, 2018; Una femmina, Francesco Costabile, 2021), Lorenzo Lazzarini (Love in the Villa, Mark Steven Johnson, 2022), Gabriel Montesi (Esterno Notte, Marco Bellocchio, 2022; Siccità, Paolo Virzì, 2022), Antonio Orlando (Il Primo Re, Matteo Rovere, 2017; Il Traditore, Marco Bellocchio, 2018) e Jun Ichikawa (Cantando dietro i paraventi, Ermanno Olmi, 2003; House of Gucci, Ridley Scott, 2021).

Il film

Non credo in niente è un viaggio notturno nell'anima di quattro ragazzi alla soglia dei trent'anni che non vogliono rinunciare alle proprie passioni, nonostante il loro progetto di vita stia prendendo una direzione diversa da quella che speravano…

Sullo sfondo di una Roma deteriorata e decadente, vediamo una giovane donna dai numerosi talenti artistici che per vivere fa la hostess; un aspirante attore che si rifugia nel sesso occasionale e una coppia di giovani musicisti che per sopravvivere sono costretti a lavorare in nero in un ristorante.

Un racconto corale e frammentario che, attraverso un’estetica di contrasti, restituisce il disagio e la frustrazione dei trentenni di oggi. Con un rapido montaggio alternato e un abile gioco musicale, fatto di dissonanze e distorsioni, Alessandro Marzullo mette in scena proprio quella “liquidità” della società anticipata da Bauman.

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