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Oggi 2 febbraio 2024

Sole a Candelora: l'inverno ha i giorni contati. Ma per i friulani non è così

Se il detto popolare più conosciuto per oggi, 2 febbraio, assicura che con bel tempo l'inverno è finito, il proverbio in friulano suggerisce l'esatto contrario. Ecco come recita il detto nelle varie regioni d'Italia, le sue origini e significato

“Quando vien la Candelòra dell'inverno semo fora, ma se piove o tira vento, dell'inverno siamo dentro”. Così recita uno dei più noti detti popolari a proposito del 2 febbraio, giornata, detta della Candelora, che segnerebbe la fine della stagione fredda nel caso in cui splenda il sole. Non è così per i friulani il cui proverbio recita “La Madone Ciandelore s’al è nulât el frêt l’è lât, se al è serèn el frêt al ven” ( "nella giornata della Madonna Candelora, se il tempo è nuvoloso il freddo se ne è andato, se invece è sereno il freddo viene").

Ma quindi, da oggi che alzando gli occhi al cielo questo sembra terso e splende il sole, siamo "dentro" o "fuori" dall'inverno? Come spesso accade per i detti popolari, dipende dalle tradizioni (e dalle latitudini) delle regioni italiane. Poco lontano da Udine, ad esempio, a Trieste si dice "Se la vien con sol e bora de l'inverno semo fora. Se la vien con piova e vento de l'inverno semo drento". (Se la Candelora viene con sole e bora, siamo fuori dell'inverno, se viene con pioggia e vento, siamo dentro).

Regione che vai, significato che trovi

Basta spostarsi nel vicino Veneto, invece, e il significato è l'esatto contrario. Il detto recita "Da la Madona Candeòra de l’inverno semo fora; ma se xe piova e vento, de l’inverno semo drento" (Dalla festa della Madonna della Candelora siamo fuori dall’inverno; ma se piove o c’è vento, siamo ancora in inverno".

Anche in Toscana è l'esatto contrario rispetto al Friuli. Il proverbio qui è infatti "Per la Santa Candelòra, se nevica e se splora, dall’inverno siamo fuora; ma s’è sole e solicello, noi siam sempre a mezzo il verno" ("Per la Santa Candelora, se nevica o piove, siamo fuori dall’inverno, ma se c’è il sole siamo sempre in inverno"). Stesso discorso per il romagnolo, il cui proverbio dice "Madóna Candilòra, che néva o che piòva, da l’inverno semo fòra; e se sta e’ suladël, u n gn’ è incora un misarël” ("Madonna Candelora, che nevichi o che piova, dall’inverno siamo fuori; e se sta il solicello ce n’è ancora un mesetto").

Scendendo ancora lungo lo Stivale, a Napoli si crede che "Quanno arriva 'a Cannelora d'a vernata simmo fora, ma si chiove o mèna viento, quaranta juorne 'e male tiempo" ("Quando arriva la Candelora dall'inverno siamo fuori, ma se piove o tira vento, avremo quaranta giorni di maltempo"). E, ancora, per arrivare in Sicilia, dove la festa è nota come "A Cannilora", si dice: “Ppà Cannalora a mmirnata ie fora ma se fora un iè, n’atri quaranta jorna cci n’è” ("Per la Candelora l’inverno è fuori, ma se fuori non è per altri 40 giorni ce n’è").

Dal pagano al sacro

Se fin qui abbiamo parlato dell'aspetto pagano del 2 febbraio, questa data dal punto di vista della tradizione religiosa coincide con la Presentazione al Tempio di Gesù, un episodio dell'infanzia del Messia narrato dal Vangelo secondo Luca. Qui si racconta che, 40 giorni dopo la nascita di Gesù, Giuseppe e Maria lo portarono al Tempio di Gerusalemme per "offrirlo" a Dio, una cerimonia che veniva compiuta per tutti i figli maschi primogeniti in ossequio al comando dell'Esodo. In questa data venivano benedette le candele, simbolo di Cristo che illumina le genti (da qui l'origine del nome Candelora) e che vengono conservate per essere poi accese per chiedere una grazia.

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