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Salute

"Le aziende sanitarie rispettino le norme e le rappresentanze delle professioni"

Le professioni sanitarie chiedono il rispetto degli accordi sull’organizzazione delle Aziende.Il presidente dell’Ordine Sirotti: “Qualsiasi modello organizzativo diverso da quelli concordati viola palesemente le norme regionali, e rischia di rompere il patto che le professioni hanno stretto con la Regione”.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Confronto e rispetto degli accordi: è quanto chiede l’Ordine multi-professioni del Friuli Venezia Giulia ai vertici della sanità regionale. Giorgio Sirotti, presidente dell’Ordine (che riunisce 19 categorie di professionisti della sanità, con 4 mila iscritti in tutta la regione), ha ribadito la necessità “di applicare i modelli organizzativi previsti dalla legge sulle professioni all’interno della macchina sanitaria regionale” “Ci giungono voci - afferma - che la solerte direzione della neocostituita Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI) starebbe immaginando un'organizzazione incentrata su un Servizio unico delle professioni sanitarie, al posto dei Servizi di area professionale (infermieristici, tecnici, riabilitativi, della prevenzione e del sociale), che operano come prescritto dalle norme e dalle indicazioni programmatorie regionali”. Si tratta di un’operazione, spiega, che avverrebbe in assenza d’indicazioni da parte della neocostituita Azienda regionale di coordinamento per la salute (ARCS), sulla stesura degli atti aziendali, secondo una linea confermata anche dall'Assessore Riccardi durante la discussione sulla recente legge di riordino del Sistema Sanitario Regionale. Qualsiasi modello diverso da quelli concordati (Modelli organizzativi basati sulla conferma della presenza dei Servizi di Area professionale e delle Piattaforme assistenziali in ogni Azienda), dice Sirotti, “non solo viola palesemente le norme regionali, ma rischia di rompere il patto che le professioni hanno stretto con la regione, e di compromettere il clima di fiducia e aspettativa che si è creato fra i dipendenti”. Una nota sarà inviata alla Direzione Centrale Salute, all’ARCS e alle Aziende, per sottolineare quali siano “le aspettative delle professioni che rappresentiamo: nel frattempo - ha concluso - a tutti gli attori del sistema, e soprattutto ai fantasisti della programmazione, diciamo: bocce ferme e attenzione al rispetto delle norme!”.

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