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Tanzi: sulla questione antenne Croattini stravolge la realtà da anni

Il vicecoordinatore vicario del PdL Vincenzo Tanzi è intervenuto per replicare alle affermazioni dell'assessore Lorenzo Croattini, riguardanti la mancata concessione dei fondi regionali per la revisione del piano degli impianti

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

«L’assessore Croattini sul problema antenne della telefonia mobile è da anni che continua a mistificare la realtà». Ad affermarlo è il vicecoordinatore vicario del Pdl Vincenzo Tanzi, che aggiunge: «Non si può continuare a giocare a scaricabarile sulle colpe e recriminare fondi alla Regione come se fosse un bancomat sempre a disposizione della giunta Honsell».

«Il Piano comunale risale al 2007 – continua Tanzi – e Croattini era già responsabile del settore, un piano criticato dal primo giorno, non si può arrivare al 2012 con un nulla di concreto e addossare le colpe a chi, di fatto, non le ha, è un atteggiamento non corretto e anacronistico». «Questo perché, – sottolinea Tanzi – il blocco del piano risale al 2010 con delibera n. 27 del Consiglio comunale che stabiliva l’avvio dell’iter progettuale di revisione, ponendo il piano comunale sotto un regime di salvaguardia».

«Quindi, – insiste Tanzi – la decisione di arginare il proliferare selvaggio delle antenne è anteriore alla legge regionale n. 3 del 18 marzo 2011. Grave è che dal 2010 sono trascorsi 2 anni e Croattini non è stato capace di dare una soluzione definitiva». «Da oltre 13 anni – rincara Tanzi – Croattini con sue politiche ambientali solo di facciata non è riuscito a imporre una linea chiara, ostaggio di una giunta veterocomunista che pensa a spendere soldi pubblici solo per amenità inutili e non investendo sui problemi della salute legati agli effetti provocati dall’inquinamento da elettrosmog». «Suggerisco a Croattini – conclude Tanzi – di dimettersi certificando il suo fallimento, perché se dal 2010 a oggi a causa di un budget basso, la prima gara è andata deserta e quest’ultima rischia di far arenare tutto l’iter per effetto di un’offerta anomala, il problema esiste ed è reale».

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