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Università, Pittoni (Lega): «L'abolizione del test d'ingresso è l'ennesima promessa tradita»

L'esponente del Carroccio si scaglia contro il Governo, ricordando come il ministro Giannini avesse «annunciato una selezione finalmente attenta alla qualità, ispirata al modello francese, abolendo i test d'ingresso»

«La revisione dell'accesso ai corsi universitari a numero programmato è una delle tante promesse tradite del governo Renzi, dopo che alla vigilia delle elezioni europee il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, accogliendo un nostro suggerimento, aveva annunciato una selezione finalmente attenta alla qualità, ispirata al modello francese, abolendo i test d'ingresso».

Lo afferma Mario Pittoni, responsabile federale Istruzione della Lega Nord, che da sempre si batte contro i test che «non filtrano attitudine e merito. Alla fine  – spiega Pittoni – succede che le aule dei tribunali si sostituiscono a legislatore e amministrazione. I test infatti, se ben formulati, possono essere (relativamente) utili per verificare il livello di preparazione alla conclusione di un ciclo di studi. Ben diverso quando pretendono di mettere a fuoco quanto sei portato a intraprendere un nuovo percorso, soprattutto in un settore particolare come quello medico. Per questo motivo riteniamo si debba lavorare a un sistema che lasci una possibilità a tutti, scremandoli dopo un certo periodo (un anno?) in base a un adeguato numero di esami da superare. I migliori devono poter scegliere il corso di laurea d’interesse, fino all’esaurimento dei posti in quel corso e in quell’ateneo. In altre nazioni come la Francia – conclude Pittoni - è già così: la selezione per Medicina avviene dopo il primo anno di università e un breve tirocinio in ospedale».

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