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"Si tolga la delega alle pari opportunità a chi non crede nelle pari opportunità"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Riceviamo e pubblichiamo una lettera dell'avvocato udinese Ester Soramel sul tema delle pari opportunità.

Leggendo le motivazioni della contrarietà dell’Assessora Rosolen alla proposta di legge per introdurre la doppia preferenza di genere nel sistema elettorale regionale del Friuli Venezia Giulia che verrà discussa il prossimo 22 ottobre, sorge spontaneo chiedersi se sia opportuno continuare ad affidarle la delega alle Pari Opportunità. Perché demansionare tale proposta come inutile “leggina spot” denota una scarsa conoscenza della materia, il che è grave per chi dovrebbe attuarla. Infatti, la promozione della pari rappresentanza di genere rientra a pieno titolo nei principi fondanti delle Pari Opportunità e non è antitetica alle “iniziative sociali forti” invocate giustamente dall’Assessora, ma complementare. Eliminare il gender gap nel lavoro, agevolare la conciliazione famiglia/lavoro, adottare misure di sostegno per la famiglia e il welfare sono certamente essenziali per riequilibrare la parità sociale uomo/donna, ma non si comprende come l’introduzione della doppia preferenza di genere possa essere ritenuta destinata a soddisfare solo “minute esigenze di visibilità”. L’Assessora forse non ha letto il dossier del Servizio Studi della Camera dei Deputati presentato lo scorso 13 giugno sulla parità di genere, laddove vengono preliminarmente ricordati gli indirizzi del Consiglio d’Europa che impongo di aumentare la rappresentanza politica femminile anche attraverso l’adozione di misure promozionali quali le percentuali, la doppia e addirittura la tripla preferenza di genere (già presente nelle elezioni europee), il tutto nel rispetto e soprattutto in attuazione degli artt.3, 51 e 117 (proprio per le Regioni) Cost. Non si tratta affatto di riservare “corsie preferenziali” alle donne, ma di porle su un piano paritario nell’accesso e nella competizione elettorale. Non solo: continuare a contrastare tali misure adducendo che sarebbero discriminatorie, se non addirittura lesive della dignità delle donne, oltre che infondato, risulta piuttosto sospetto. Infatti, l’insofferenza di alcune poche donne presenti in politica verso modifiche dei sistemi elettorali finalizzati ad aumentare la rappresentanza femminile sembra dettata in realtà dalla volontà di mantenere il loro personale status quo ed evitare la concorrenza di altre donne. D'altronde, per quale motivo la facoltà ( non l’obbligo) di esprimere non una, ma due preferenze, risulta così inaccettabile? Non è forse un indubbio rafforzamento della sovranità popolare riconosciuta dall’art. 1 della Costituzione? Cosa realmente teme chi si oppone a misure positive volte a favorire la pari rappresentanza in politica? Parafrasando il titolo di un noto film, dobbiamo concludere che anche le donne, oltre agli uomini, odiano le donne? Contrastare la doppia preferenza di genere solo perché, magari, l’ha proposta l’opposizione risulta quanto mai ideologico, oltre che dannoso. Infatti, giova ricordare che le donne, pur essendo in percentuale maggiore nella popolazione, sono rappresentate in misura notevolmente inferiore, il che è di per sé un vulnus democratico; inoltre, l’astensionismo femminile ha ormai raggiunto il 50%, come registrato alle ultime europee, un dato gravissimo che comprova un patologico allontanamento delle donne dalla politica.Approvare la doppia preferenza di genere, pertanto, appare non solo costituzionalmente doveroso, ma irrinunciabile, perché un Paese non può definirsi realmente democratico se la propria metà non è rappresentata. Si confida, pertanto, nel ravvedimento operoso dell’Assessora Rosolen e nel voto favorevole dell’intero Consiglio, così come accaduto nelle Marche la scorsa settimana, con tanto di applauso finale da parte di tutti partiti. In caso contrario, la logica conseguenza saranno le dimissioni e l’affidamento della delega alle Pari Opportunità a chi le conosce e a chi intende promuoverle con convinzione, senza recondite finalità e al netto di faziose ideologie.

Avv. Ester Soramel, presidente Comitato Pari Rappresentanza 50e50

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