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Un palasport nuovo sarebbe costato meno? «Pizzocaro produca dati reali, non ipotesi»

L'assessore ai lavori pubblici Pierenrico Scalettaris risponde alle accuse mosse dall'esponente dell'opposizione, chiarendo la questione dei conti e quella relativa alla possibilità di realizzare una nuova struttura

«Vorrei tanto entrare in possesso di dati certi in base ai quali per demolire il vecchio “Carnera” e costruire un palasport ex novo sarebbero bastati 5 milioni di euro. Parlo di esempi concreti e oggettivi, non di mere supposizioni o di boutade». L’assessore ai lavori pubblici Pierenrico Scalettaris non usa mezzi termini per rispondere alle accuse lanciate da Paolo Pizzocaro di “Per Udine”. L’esponente dell’opposizione in Consiglio comunale ha imputato all’amministrazione di non aver voluto considerare l’opportunità del pensionamento del vecchio palazzetto - con conseguente abbattimento - e della realizzazione di un nuovo immobile

GLI ESEMPI IN ITALIA. «Ma in base a cosa si spacciano quelle cifre - incalza Scalettaris - ? Guardiamo ai recenti esempi italiani: a Biella - impianto completato nel 2009 - hanno speso 15 milioni di euro per 5mila posti, a Lamezia Terme 14 per una struttura da 4mila.  A Pesaro - per sistemare il vecchio palasport da 2.500 posti - sono stati investiti 3 milioni e 6mila euro. Tutti questi lavori sono stati fatti, tra l’altro, senza demolire strutture preesistenti e senza doverne smaltire i ruderi. Anche questa è una spesa che si sarebbe dovuta considerare, nel caso in cui le cose fossero andate come sostiene Pizzocaro. O avremmo dovuto lasciare in piedi un immobile di quella portata per non si sa quanto tempo? Se il consigliere è in grado di produrre dei dati certi possiamo anche ragionarci su, se si procede sulla strada dei proclami è difficile».

I COSTI. Il componente della Giunta Honsell intende chiarire anche la questione relativa al costo definitivo della struttura: «Pizzocaro cita numeri corretti, ma mescola cose diverse. Per esempio, in relazione agli ultimi 600mila euro a cui fa riferimento, se avesse letto bene l’ultimo bilancio, si sarebbe accorto che sono stati stralciati. Sono relativi ai lavori di climatizzazione, che abbiamo deciso di non fare. Sono pochissimi i palazzetti italiani che hanno un impianto del genere, con costi di gestione formidabili. Per ora non avrebbe avuto senso un tipo di investimento così, e può pure depennarlo dalla sua lista». «Chiudendo il discorso - precisa Scalettaris - non ha senso e non è corretto paragonare l’opzione più bassa del preliminare del 2006 (che non venne nemmeno vagliata poi, avendo la Giunta deciso per un’altra soluzione) con quello che è il risultato finale. Quella somma inizialmente immaginata era preliminare, e aveva più opzioni: lui fa riferimento alla meno cara, che prevedeva una ristrutturazione minima. L'Amministrazione scelse la seconda opzione, quella della ristrutturazione massiccia. Ce n'era una terza - come sappiamo -, che prevedeva pure l'aumento della capienza, ma venne scartata».

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