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Riformati i criteri di accesso alle case Ater: si premia chi risiede da più tempo in Fvg

Saranno necessari 5 anni di residenza. Gli stranieri dovranno dimostrare di non possedere altre proprietà nei Paesi d'origine. Saranno esclusi dalle graduatorie i condannati per occupazione di edifici. Honsell (Open Sinistra Fvg): "Legge umiliante e ingiusta". Moretti (Pd): "Non si commettano gli errori che porterebbero a un secondo caso Lodi"

Ieri è stato approvato a maggioranza dal Consiglio regionale il testo unificato dei progetti di legge n. 12 e n. 16 che modifica la legge regionale 1/2016 su politiche abitative e Ater, in materia dei requisiti per l'accesso. Ventisei i voti favorevoli di Lega, Forza Italia, Progetto FVG/Ar, Fratelli d'Italia/An; quindici i no di Pd, Open Sinistra FVG, Cittadini, Patto per l'Autonomia;  tre le astensioni del Movimento 5 Stelle. 

Nel corso dell'esame è stato approvato un emendamento a firma Moretti, Conficoni, Santoro (Pd) che inserisce anche gli aiuti legati alla morosità incolpevole (morosità causata da un motivo molto grave che va al di là della propria volontà), tra le misure con requisito di accesso di due anni di residenza. Prima del voto era stato accolto un Ordine del giorno presentato sempre dai consiglieri  Moretti, Conficoni Santoro (Pd), con il quale si impegna la Giunta regionale a proseguire la collaborazione con l'Agenzia del Demanio e le altre autorità competenti per giungere a un accordo complessivo per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico non più utilizzato o sottoutilizzato, tenendo in forte considerazione la possibilità di destinare tale patrimonio alla realizzazione di nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica.

Le modifiche imposte alla legge sulle politiche abitative

Il testo - ha spiegato all'Aula il primo relatore di maggioranza del progetto di legge Claudio Giacomelli (FdI/An) - mira a tutelare i residenti di lungo corso nei servizi di edilizia regionale, premiando i cittadini che risiedono da maggior tempo nella nostra regione e che non siano in possesso di beni immobili, anche all'estero. L'esponente di centrodestra fa, poi, presente che l'innalzamento da 2 a 5 anni del requisito di residenza sul territorio regionale avviene già in Veneto da novembre 2017 e in Toscana da marzo 2015. "Tale limite è riconosciuto altresì dall'Unione europea (direttiva 2003/109/CE del 25 novembre 2003) come lasso di tempo necessario per ottenere lo status di soggiornante di lungo periodo e il conseguente diritto all'accesso al pari trattamento nell'ottenimento di un alloggio". Per quanto riguarda i cittadini stranieri e il fatto che non sarà più consentita un'autocertificazione su eventuali proprietà all'estero, bensì occorrerà presentare una certificazione rilasciata secondo i criteri previsti ai sensi dall'articolo 2 del decreto presidenziale 394/1999, Giacomelli ha affermato che "si tratta di una norma che si rivolge al cuore dei principi giuridici che stanno alla base dell'istituto stesso dell'autocertificazione, e in particolare al principio che esso è uno strumento ammesso e auspicabile in quanto i fatti attestabili siano comunque verificabili dagli enti pubblici italiani. Così non è nel caso degli immobili detenuti da stranieri all'estero. Per altro, la norma nazionale prevede il caso in cui il Paese di provenienza non sia sufficientemente stabile da poter fornire tale documentazione".  

Con questo testo si mira, inoltre, a disincentivare la pratica  dell'occupazione abusiva: saranno, infatti, esclusi dall'assegnazione dell'alloggio - ha detto ancora il relatore -
coloro i quali abbiano occupato abusivamente proprietà altrui e siano stati condannati ai sensi dell'articolo 633 del codice penale nei precedenti dieci anni.  Non da ultimo, da parte di Giacomelli la spiegazione che con il nuovo articolo 31 bis si intende contrastare le violenze domestiche tutelando chi ne è vittima. In questo caso - ha concluso - é prevista la decadenza dell'assegnazione dell'alloggio di edilizia residenziale pubblica per gli autori di delitti di violenza domestica, mantenendo però per i conviventi il diritto di abitazione subentrando nella titolarità del contratto.

Case popolari e fondo affitti: in Fvg si rischia un “caso Lodi” 

FI: messaggio di equità ai nostri concittadini

l consigliere regionale Piero Camber (FI) esprime soddisfazione per l'approvazione del testo unificato delle proposte di legge n.12 e n. 16, che interviene sulla legge regionale n. 1 del febbraio 2016, (Riforma organica delle politiche abitative e riordino delle Ater). "Con questo provvedimento legislativo in materia di edilizia popolare pubblica - ha detto Camber, che presiede la IV Commissione consiliare - si è dato un primo importante messaggio di equità ai nostri concittadini finora sfavoriti da una normativa Ater, che a breve verrà comunque rivista approfonditamente. Si tratta in sostanza di un intervento molto circoscritto - ha commentato - che, in linea con la disciplina già introdotta da
altre regioni, innalza da due a cinque gli anni di residenza per l'ottenimento degli alloggi popolari: un tanto per favorire coloro che vivono, lavorano e pagano le tasse da più tempo nella nostra regione".

Pd: gli italiani primi a essere penalizzati

"Nella sua foga di colpire gli stranieri, la maggioranza si trova di fronte al primo grande scivolone, ribaltando lo slogan "prima gli italiani", perché gli italiani saranno sì i primi, ma a pagare la cieca propaganda grazie all'innalzamento a 5 anni dei parametri di accesso alle case popolari".  A dirlo è il consigliere regionale del Pd, Diego Moretti, relatore sul progetto di legge di riforma dei requisiti di accesso alle case Ater. "Con il provvedimento sarebbero ben 311 (rispetto ai 414 extracomunitari) gli italiani che non avrebbero più diritto a una casa Ater in base ai nuovi criteri di accesso. Se questa è la maggioranza che pensa agli italiani, allora gli italiani devono iniziare a preoccuparsi, perché con una delle prima leggi che viene votata da questo Consiglio regionale gli viene tolta la casa popolare: oggi è così, domani chissà a chi toccherà. Noi restiamo convinti che il tema dell'edilizia popolare vada considerato a prescindere dal tema della esidenzialità".

Inoltre, Moretti sottolinea anche il tema dell'autocertificazione: "In queste settimane la Regione Veneto e il Comune di Lodi, pur su questioni diverse (contributi per i libri e diritto alla mensa scolastica), hanno rivisto la propria posizione, inizialmente contro l'autocertificazione, in quanto erano state rilevate diverse criticità e la situazione era sfuggita loro di mano. Perché il Friuli Venezia Giulia per una volta tanto non prende esempio, tra l'altro da chi ha il suo stesso colore politico, e fa altrettanto? Non si commettano gli errori che porterebbero a un secondo caso Lodi"

In sostanza, continua Moretti, "questa norma è dannosa perché colpisce tanti italiani, è inutile perché non porterà a nessun reale cambiamento nelle assegnazioni in termini di percentuali, è discriminatoria di fatto perché discrimina persone alle quali, pur avendo gli stessi bisogni di altri, viene impedito di partecipare a un bando per una casa pubblica. Nonostante questo, il centrodestra continua a testa basta a propinare alla gente solo slogan, senza reali soluzioni". Infine, conclude Moretti, "nonostante le dichiarazioni contrarie, si tratta di una legge ideologica e null'altro. Vedremo se la maggioranza interverrà nei prossimi mesi sul riordino territoriale oggetto degli emendamenti presentati (poi ritirati) in commissione da Progetto Fvg: di certo non staremo a guardare le ulteriori umiliazioni dei territori".

Open Sinistra Fvg: legge ingiusta 

"Una legge umiliante, il cui solo fine è quello di escludere e discriminare i più deboli e di promuovere una guerra tra i poveri". Così il consigliere regionale Furio Honsell (Open Sinistra FVG) definisce il testo unificato contenente alcune modifiche alla legge regionale n. 1 del 2016 in materia di edilizia residenziale pubblica e nella sua relazione di minoranza aggiunge: "Aumentare da 2 a 5 anni di residenza, il requisito di accesso a tutta una serie di servizi in merito al diritto alla casa, dalle opportunità dell'edilizia sovvenzionata, a quella convenzionata e agevolata, non risolve assolutamente né le difficoltà di alloggio, né la disparità abitativa che ancora affligge la nostra regione. È semplicemente una concessione al rancore verso i diversi. A conti fatti - prosegue Honsell - questo incremento va a colpire indiscriminatamente tutti i cittadini che sono venuti nella nostra regione per lavorare, indipendentemente dalla loro nazionalità. Punisce il loro desiderio di convivenza con noi. È un gesto di xenofobia in ossequio a una promessa elettorale fatta non alla testa della gente, ma ai loro istinti più bruti".

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