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Via Mercatovecchio: "a rischio l'autorizzazione della soprintendente"

Lo dice Gianfranco Leonarduzzi, presidente del comitato che si è costituito per impedire la pavimentazione della strada cittadina. Nel mirino il sindaco Honsell e l'assessore Malisani, interpreti di un "silenzio che stride"

Gianfranco Leonarduzzi interviene sulla pavimentazione di via Mercatovecchio con delle dichiarazioni che hanno come destinatari quelli che lui identifica come i principali fautori del progetto a cui il suo comitato si oppone, il sindaco Honsell e l'assessore Malisani.

Chiama in causa anche Maria Giulia Picchione, nuova soprintendente per i Beni architettonici e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia, entrata in carica nei primi giorni dello scorso mese di maggio.

Così dice Leonarduzzi: "in questi giorni, come comitato NO-PAV, dalla segreteria della Picchione abbiamo ricevuto notizia che i nostri elaborati e i documenti relativi alle ragioni del "no alla pavimentazione", subiranno un rinvio. Si tratta di un rinvio senza una data precisa. Ciò significa che le pratiche che il nuovo soprintendente dovrà evadere sono ancora in attesa di essere esaminate".

LA RISPOSTA DELL'ASSESSORE GIANNA MALISANI

Dalle parole di Leonarduzzi si percepisce una certa perplessità sui tempi di lavoro della nuova incaricata, che di conseguenza rallenterebbero fortemente l'opera annunciata. Leonarduzzi Chiama in causa anche il primo cittadino di Trieste, Roberto Cosolini: "di queste difficoltà si è fatto interprete anche il sindaco di Trieste Cosolini, che si è detto mortificato per il nuovo metodo di lavoro del soprintendente".

A supporto di tale tesi ci sarebbe anche una riduzione dell'apertura al pubblico degli uffici della soprintendenza: "lo scorso 13 giugno ha indirizzato una circolare al personale, ai Comuni e agli Ordini professionali in cui limita l’apertura al pubblico degli uffici a due ore e mezzo a settimana".

Leonarduzzi aggiunge anche quello che secondo lui è il pensiero della stessa categoria professionale alla quale appartiene la Picchione, quella degli architetti: "anche il consiglio dell'Ordine degli architetti manifesta disappunto verso alcune decisioni limitative della mancanza di supporto".

In ragione di questo l'attacco a Malisani e Honsell, accusati di "silenzio che stride" e di "continuare a promettere opere faraoniche senza avere la certezza della realizzazione".

 

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