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Insulti al portiere del Milan / Centro / Via Nicolò Lionello, 1

Mancata cittadinanza onoraria a Maignan: "Un'occasione persa"

"Se non ci unisce la lotta al razzismo, cosa ci unirà?” commenta il sindaco De Toni

“Prendo atto con dispiacere che il centrodestra non è stato al nostro fianco in questo delicato momento. Si è persa l’occasione per dimostrare che la nostra città è unita e che si distanzia nettamente da quello che accaduto che, per quanto frequente in diversi stadi e messo in atto da pochi singoli, non rappresenta minimamente la città. Né tanto meno i nostri tifosi”. Questo il commento a caldo del sindaco Alberto Felice De Toni dopo la mancata approvazione da parte del consiglio comunale della cittadinanza onoraria al portiere del Milan Mike Maignan.

Le intenzioni

“Il nostro intento era duplice – spiega De Toni –: una forte presa di posizione, altamente simbolica, contro ogni tipo di discriminazione. E allo stesso tempo la difesa della nostra città e dei nostri tifosi da accuse ingiuste. È stato deludente come la minoranza ne abbia fatto un tema di mero scontro politico, quasi campanilistico, alimentando divisioni e polemiche. Ci sono temi su cui l’antagonismo fra partiti passa necessariamente in secondo piano, la lotta al razzismo è una di queste. Ci saremmo auspicati una condivisione piena da parte del centrodestra, che ha preferito invece soffermarsi su questioni di mera forma, senza vedere l’obiettivo di più ampio respiro. Aggiungo che molti ministri del governo in carica – Piantedosi, Abodi, Salvini – dello stesso colore dei consiglieri che oggi hanno votato contro, hanno tenuto una linea durissima contro gli insulti razzisti avvenuti allo stadio, auspicando un cambio nel modo di affrontare questi casi anche dal punto di vista operativo”.

La reazione

“Noi ci siamo mossi immediatamente, condannando fortemente i fatti e inviando un messaggio diretto al giocatore, offrendo anche la nostra disponibilità a organizzare iniziative concrete, in collaborazione con le due società sportive” ha spiegato De Toni. “Abbiamo voluto invertire il paradigma, riconoscendo il valore del gesto compiuto da Maignan. Con la sua scelta coraggiosa dopo le offese razziste ha reso manifesti quelli che sono i capisaldi dello statuto del Comune di Udine, medaglia d’oro al valor militare per la lotta al nazifascismo, ma anche della Costituzione italiana: l’uguaglianza, la pari dignità degli individui, la convivenza civile e la non discriminazione. Temi che uniscono tutti e che vanno oltre i colori societari. Evidentemente non c’è stata la stessa visione”.

"Pochi responsabili"

“Per fortuna la responsabilità di quanto accaduto è di pochi che, grazie alla stretta collaborazione tra Questura e Udinese Calcio, da sempre società schierata contro la discriminazione, sono già stati identificati e sanzionati” ha chiuso De Toni. “Non per questo come istituzione ci possiamo permettere di minimizzare la gravità dell’accaduto. Al contrario, proprio perché si è trattato di un tipo di episodio che spesso passa in sordina, era doveroso prenderne le distanze e condannarlo in maniera decisa. Come Amministrazione continueremo a veicolare questo messaggio e metteremo da subito in atto delle azioni concrete dedicate ai nostri giovani, in collaborazione con le società calcistiche coinvolte”.

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