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Insulti al portiere del Milan / Rizzi / Piazzale Repubblica Argentina

Cittadinanza onoraria a Maignan, la giunta comunale dice sì

Lunedì prossimo la proposta sarà discussa in consiglio comunale

La giunta comunale di Udine ha condiviso all’unanimità, nella riunione di oggi, la proposta del primo cittadino di conferire la cittadinanza onoraria al portiere del Milan Mike Maignan. Lunedì prossimo la proposta sarà discussa e votata dal consiglio comunale della città. Per essere approvata il 75 per cento del consiglio dovrà esprimersi in maniera favorevole e, viste le prese di posizione già comunicate da parte di diversi esponenti dell'opposizione, il risultato sarà molto difficile da raggiungere. Nel frattempo la Procura della Repubblica di Udine, individuato uno degli autori degli insulti, ha avviato un procedimento per propaganda per motivi di discriminazione razziale. 

"Caso che va oltre la dimensione sportiva"

Già nella mattinata di domenica, il sindaco De Toni aveva contattato l’Ac Milan per esprimere la sua vicinanza e quella della città al giocatore, esprimendo la volontà di portare avanti una serie di progetti di carattere educativo, in collaborazione con Fondazione Milan, a contrasto di ogni forma di discriminazione. Nel contempo ha proposto alla società rossonera la volontà di conferire l’onorificenza al portiere. Il sindaco aveva motivato la sua iniziativa riconoscendo il valore dell’episodio: “Mike Maignan ha compiuto un gesto di estremo coraggio, rifiutando di passare sotto traccia l’accaduto e prendendo una posizione dura contro gli insulti razzisti subiti. Maignan ne è stato tristemente protagonista a Udine, ma la sua denuncia abbraccia anche tutti i casi che hanno visto e vedono coinvolti molti suoi colleghi atleti, in altri stadi, in altre città e in altri sport. È un caso che va oltre la dimensione sportiva, dei colori societari. Si parla di diritti della persona umana. E qui dobbiamo dimostrare da che parte stare”.

"Dare l'esempio"

“Il gesto di Maignan, insultato e offeso personalmente – anche secondo quanto da lui riferito, da un padre con in braccio un bambino – acquisisce ancor più valore e diventa lo spartiacque di una lotta al razzismo e alle discriminazioni che d’ora in avanti deve essere affrontata in maniera differente nel mondo del calcio, dello sport e nella vita di tutti i giorni. Anche la politica deve fare la sua parte”, ha spiegato De Toni. “Udine non è razzista, come non lo sono il suo stadio e i suoi tifosi, ma attribuire la responsabilità a pochi non può rappresentare una giustificazione. Sminuire un episodio come quello di sabato, che è solo una manifestazione di un fenomeno a tratti endemico, e non raccogliere l’appello di Mike Maignan come di altri significa strizzare l’occhio a chi intende nascondere comportamenti discriminatori dietro il tifo. Udine ha una lunga storia di lotta ad ogni tipo di razzismo e discriminazione, è Medaglia d’oro al Valore Militare per la Resistenza al nazifascismo, perciò non si sente rappresentata dai fatti di sabato scorso e intende prendere una posizione chiara per dare un esempio a livello nazionale ed europeo”.

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