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Messa del Tallero, a Gemona ancora proteste contro la Sanità del Fvg

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

L'assessore Telesca continua imperterrita a negare la realtà, ossia che di fatto i 4 ospedali di Gemona, Cividale, Maniago, Sacile vengano chiusi, anche quando a dirlo è il Ministero della salute.

Quest'ultimo infatti ha invitato la Giunta regionale a non chiamare i 4 presidi “ospedalieri”, perchè non sono più ospedali e la terminologia crea confusione. Ormai le sue bugie sparse a piene mani nei mesi scorsi sono state  smentite dalla scheda relativa al San Michele: azzerrati gli attuali 74 posti/letto per acuti, P.S. compreso.

Un'amara verità venuta ulteriormente a galla, grazie al rilievo romano. D’altronde il Friuli/Venezia Giulia, oggi governato da una “visitor”, non si è dimostrato né autonomo né tanto meno Speciale, come recita il suo Statuto. A conferma di ciò, la Presidente Serracchiani ha affermato che il suo principale incarico è la vicesegreteria del PD e dopo la Governatrice della Regione! L’iniqua Legge 17/2014, voluta dalla Serracchiani, che ha anche la delega alla Montagna, e dal CentroSinistra con SEL che la sostiene, intende trasformare i 4 Ospedali in grandi RSA, poliambulatori e/o cronicari, lasciando a nord di Udine, quasi mezza Regione, solo l’ospedale tolmezzino. A sud di Udine, invece, si contano ben 15 nosocomi più diverse strutture ospedaliere private. Questa è “l’equità” di una norma che privilegia i Capoluoghi e alcune periferie governate dal Centro Sinistra, lasciando agli altri solo poliambulatori e cronicari. Tutto ciò in contrasto col principio costituzionale che sancisce il diritto alla salute uguale per tutti. Vorrebbero questo per non eliminare doverosamente i doppioni e/o i doppi o tripli primariati oggi esistenti in alcuni nosocomi, Udine in testa, dove la Telesca è dirigente: un arbitro con la maglia della squadra di casa.

Gravissima è la soppressione di alcuni Pronto soccorsi, che invece di essere potenziati vengono chiusi. Nonostante gli occulti estensori della legge sappiano benissimo che nei codici gialli e rossi i minuti sono determinanti per salvare una vita, fanno chiudere i nostri P.S., anziché potenziarli, come vorrebbe la logica: la gente della Montagna e della Pedemontana conta poco politicamente e perciò può avere un trattamento inferiore. Noi, però, conclude il Coordinamento, non ci arrendiamo, lottiamo da vent’anni e continuiamo la nostra battaglia per il diritto alla salute della nostra gente, invitando i gemonesi e non, a venire il 6 Gennaio a Gemona per la Messa del Tallero. In questa occasione, lungo Via Bini esporremo i nostri striscioni contro la riforma Serracchiani, per sensibilizzare ancora una volta la politica e l’opinione pubblica sull’iniquità della stessa e chiederne la radicale revisione.

Coordinamento dei Comitati a difesa del San Michele

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