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Fototrappole per clandestini, le reazioni dell'opposizione alla proposta di Roberti

Honsell: "Si inizi a pensare ai temi spinosi". Moretti: "L'assessore si diverte con giocattoli elettronici"

Droni, postazioni fisse con telecamere termiche, pattuglie miste ed ora la regione fvg ha annunciato di essere pronta ad utilizzare della fototrappola per la lotta ai clandestini che entrano illegalmente nel nostro Paese. Proposta, che come si poteva immaginare ha creato diverse reazioni politiche, in particolar modo tra le fila dell'opposizione. 

Furio Honsell

La trovata del giorno dell'assessore Roberti è quella delle "fototrappole", agghiacciante già nel nome. Un escamotage per tenere costantemente accesa la fiamma della xenofobia e l'ossessione securitaria, vera e propria cifra distintiva di una giunta che - a quasi due anni dalla sua elezione - sembra ancora in fase di rodaggio.
Mentre è in arrivo una nuova proposta legislativa sul tema "foibe" è obbligatorio chiedersi se e quando la maggioranza inizierà ad affrontare veramente i temi spinosi per il tessuto regionale: la crescita economica, le crisi industriali, l'universalità del diritto alla salute, le politiche ambientali e di efficientamento energetico, tutte questioni molto più spinose e urgenti ma costantemente rinviate perché non vi sono idee o progetti al di la di un po' di propaganda su due o tre temi, sempre quelli.
Per ora si può solo sperare che dalle "fototrappole" emerga qualche immagine ben definita di orsi, cervi o magari addirittura una lince o uno sciacallo dorato. Il che sarebbe una gioia per quanti amano la natura, meno per l'assessore Roberti.

Diego Moretti

«Mentre la maggioranza leghista insegue una crisi industriale dietro l’altra, sempre in ritardo e sempre senza risposte, l’assessore Roberti sembra un “bambinone” troppo cresciuto in un negozio di giocattoli elettronici. È più forte di lui: si diverte con droni, telecamere termiche, ora anche con le  fototrappole che si usano per gli orsi e cinghiali. A quando la proposta di usare i satelliti spia?». È la replica del segretario provinciale del Pd isontino, Diego Moretti, all'assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, che propone l'impiego delle fototrappole al confine italo-sloveno in funzione anti-migranti. «Mentre l'assessore leghista chiacchiera a vuoto - spiega Moretti - il ministro Lamorgese, andando semplicemente a lavorare nel suo ufficio al Viminale, ha fatto in pochi mesi più dell'ex-capitano in due anni: ci sono le risorse per gli straordinari delle forze dell’ordine, sono state rinnovate le pattuglie miste sul confine italosloveno, i rimpatri si fanno sul serio e non solo si annunciano in campagna elettorale». Per Moretti «la Lega continua con le armi di distrazione di massa, per loro l’unico problema dell’Italia e del Fvg sono i migranti: migliaia di posti di lavoro a rischio in regione e noi rispondono con decine di milioni in telecamere e vigilantes. Roberti non si preoccupi, anche se siamo sulla rotta balcanica, oltre ai nostri ragazzi che a centinaia continuano a emigrare, queste persone non avranno alcun motivo per fermarsi in una regione che continua a perdere competitività e posti di lavoro». «Il limite del parlare sempre di altro, il nulla del governo Fedriga è stato però raggiunto e svelato e - conclude il segretario dem isontino - sempre più cittadini se ne stanno accorgendo».

Chiara Da Giau

«Riusciamo ad andare oltre la stridente sensazione che provoca il termine fototrappola accostato all’individuazione di persone che vanno in cerca di un futuro migliore. Sappiamo sia della necessità e opportunità politica di mostrarsi sempre attivi su un problema percepito come estremamente emergenziale, sia che esistono delle basi giuridiche per bloccare l’ingresso di richiedenti asilo che, evidentemente, sono lasciati passare da altri Stati in barba al trattato di Dublino» commenta Da Giau. «Tuttavia non possiamo tacere la nostra convinzione che un amministratore debba anche avere uno sguardo più lungo e più profondo. Se i respingimenti sono giustificati per legge, non può essere comunque trascurato il sentimento di umanità che deve almeno far nascere un dubbio e un pensiero sul destino che queste persone poi avranno nel rimbalzo continuo che di loro viene fatto. Le odissee di cui abbiamo notizia dai volontari sulla rotta balcanica, impongono un’azione politica e diplomatica seria con gli Stati a noi vicini per dare soluzioni reali e non scaricare semplicemente le responsabilità».

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