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Ridurre l'inquinamento da imballaggi di plastica: la prossima sfida di Spar

Anche all'Interspar di Atrio, a Villach, si sta sperimentando un innovativo progetto a livello aziendale per ridurre l'utilizzo della plastica

"Evitare, sostituire, riciclare", è questa la prossima sfida del Gruppo Spar, presente anche nel supermercato Interspar di Atrio, il centro commerciale più grande della Carinzia situato a Villach.

Rispetto dell'ambiente

Il Gruppo sta portando avanti, quindi, una delle iniziative per la riduzione dei rifiuti da imballaggio di plastica, che rappresentano una delle potenziali fonti di inquinamento ambientale più dannose del pianeta.

A livello pratico

La strategia di Spar a livello aziendale conta tre pilastri: evitare all'origine gli imballaggi di plastica, sostituirli con quelli fatti da altri materiali meno impattanti, soppiantare gli imballaggi monouso con quelli riutilizzabili. Innanzitutto, per ogni singolo prodotto, i gestori controllano se l'imballaggio può essere completamente evitato o ridotto. In caso contrario, la riciclabilità sarà ottimizzata. Naturalmente, si fa sempre molta attenzione a mantenere la freschezza, l'igiene e la conservabilità degli alimenti, anche con l'utilizzo di imballaggi alternativi.

Un complesso futuristico

"Atrio è un centro che, sulla base di una classifica stilata di recente negli Stati Uniti - annota il direttore generale di Atrio Richard Oswald - si fregia del titolo di shopping center più ecologico del mondo. Pertanto, l'attenzione di Spar alla promessa di ridurre gli imballaggi evitandoli ove possibile è in perfetta sintonia con la nostra sensibilità ambientale". Già premiato con nove riconoscimenti internazionali tra cui l'Energy Globe Award e il Trigos Award per l'ecologia, Atrio - interamente realizzato con materiali ecocompatibili - ha investito più di 100 milioni di euro per realizzare un complesso futuristico che si avvale di un sistema di approvvigionamento energetico geotermico basato sullo sfruttamento dei 652 pali trivellati che sostengono le fondamenta della struttura, attraverso i quali il calore viene raccolto dal terreno e accumulato. La forza naturale del calore terrestre viene sfruttata lungo l'arco di tutto l'anno: nei mesi freddi viene usato per il riscaldamento tramite pompe di calore, mentre nei periodi più caldi viene utilizzato per il raffreddamento dell'edificio attraverso appositi impianti. "In questo modo - annota il direttore Oswald - copriamo quasi la metà del nostro fabbisogno energetico oltre, naturalmente, a contribuire attivamente e giornalmente alla protezione del clima, con il risparmio, ogni anno, di 500 tonnellate di anidride carbonica, pari a tre milioni di chilometri percorsi da autovetture nell'arco di un anno".

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