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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Depurazione e reati ambientali: le criticità delle acque del Fvg

Cariche batteriche, cemento illegale e pesca di frodo: sono i risultati del monitoraggio di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata allo stato di salute delle coste e delle acque

Cariche batteriche ben al di sopra dei limiti consentiti dalla legge per tre degli otto punti campionati dai tecnici di Goletta Verde lungo le coste del Friuli-Venezia Giulia. Nel mirino ancora una volta foci di fiumi e scarichi: per il terzo anno consecutivo ricevono un giudizio di “fortemente inquinato” le acque prelevate allo sbocco del canale via Battisti (incrocio largo Caduti per la libertà) a Muggia; mentre vengono giudicate “inquinate” quelle alla foce del fiume Isonzo a Grado e alla foce del fiume Stella a Precenicco. Ma i pericoli non arrivano solo dalla cattiva depurazione: a preoccupare sono anche i reati – dal cemento illegale, alla pesca di frodo - che le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno intercettato nel corso del 2015 lungo le coste regionali con una media 2,4 reati per ogni chilometro di litorale. Legambiente chiede quindi a Regione e amministrazioni comunali di verificare le situazioni di criticità ancora presenti sul fronte della depurazione e allo stesso tempo di intensificare i controlli contro chi continua a deturpare una delle maggiori risorse di questo territorio.

È questo il bilancio del monitoraggio svolto in Friuli-Venezia Giulia dall’equipe tecnica di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati eil sostegnodei partner tecnici NAU e Novamont. L’istantanea regionale sulle acque costiere è stata presentata questa mattina in una conferenza stampa presso il Comune di Grado.

“Quello di Goletta Verde è un monitoraggio puntuale, che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, e ha l’obiettivo di non fermarsi alla sola denuncia, ma soprattutto di avviare un approfondimento e confronto per fermare l'inquinamento da mancata depurazione che si riversa in mare – dichiara Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde -. Purtroppo i risultati deludenti in prossimità di foci e canali non ci sorprendono. Nonostante siano passati 11 anni dalle scadenze previste dalla direttiva europea sulla depurazione, l’Italia, infatti, è ancora in fortissimo ritardo. Circa il 25% della popolazione non è coperta da un adeguato servizio di depurazione e un terzo degli agglomerati urbani a livello nazionale è coinvolto da provvedimenti della Commissione europea. Sul nostro Paese pesano già due condanne e una terza procedura d’infrazione”.

L’ultima procedura di infrazione dell’Ue coinvolge anche otto agglomerati urbani del Friuli-Venezia Giulia che si aggiungono ai 12 già condannati in passato. E in questa regione la multa in arrivo sarà di circa 66 milioni di euro, tra le più alte in Italia”.

 “Le criticità depurativa in diverse aree del Friuli sono note e non riguardano solo i comuni costieri, ma anche quelli dell’entroterra – sottolinea Gloria Catto, della Segreteria regionale di Legambiente -. Dopo le tante denunce di Legambiente qualcosa inizia a muoversi. Chiediamo alla Regione e ai comuni un impegno sempre maggiore per risolvere le tante criticità ancora presenti sul fronte ambientale che non riguardano solo la mancata depurazione, ma anche l’avanzare del cemento lungo le nostre coste”.

Legambiente ha presentato questa mattina anche i dati del dossier Mare Monstrum 2016: i reati ai danni del mare che le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno intercettato in Friuli nel corso del 2015 sono stati 266 (in leggero calo rispetto ai 317 dell’anno precedente) con 308 persone arrestate e denunciate e 46 sequestri: in pratica 2,4 reati per ogni chilometro di litorale. A fare la parte del leone i proprio le infrazioni relative alla cattiva depurazione e agli scarichi selvaggi che sono state 85 (con 104 persone denunciate e 29 sequestri) e a seguire quelle relative pesca di frodo dove le forze dell’ordine hanno scoperto 59 infrazioni (con 58 persone denunciate e 12 sequestri). Alti anche i reati legati al ciclo del cemento, settore nel quale sono state registrate 55 infrazioni accertate, 79 persone denunciate e 5 sequestri. Da citare, infine, anche la navigazione fuorilegge: 67 le infrazioni accertate, con altrettante persone denunciate. Numeri che dimostrano anche in Friuli-Veneto l’importante lavoro svolto nell’ultimo anno da investigatori e inquirenti che dal maggio dello scorso anno hanno a disposizione un nuovo importante strumento, la legge 68/205 che ha finalmente inserito, dopo una battaglia trentennale di Legambiente, i reati ambientali nel codice penale.

Resta molto da fare anche sul fronte dell’informazione ai bagnanti. La cartellonistica in spiaggia è ancora troppo scarsa, nonostante da due anni sia scattato l’obbligo per i Comuni di apporre pannelli informativi, secondo uno specifico format europeo. I tecnici di Goletta Verde non hanno riscontrato la presenza di cartelli in nessuno dei punti campionati e dichiarati balneabili.

Il dettaglio delle analisi svolte dall’equipe tecnica di Goletta Verde

I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente il 4 e il 5 agosto 2016. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e abbiamo considerato come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori. I punti scelti sono stati individuati dalle segnalazioni non solo dei circoli di Legambiente ma degli stessi cittadini attraverso il servizio Sos Goletta.

Il monitoraggio prende in considerazione il campionamento dei punti critici che vengono principalmente scelti in base a un “maggior rischio” presunto di inquinamento. Per questo vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani che attraverso i corsi d’acqua arrivano in mare. Si tratta di un monitoraggio puntuale che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, ma restituisce comunque un'istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni.

Oltre i tre campionamenti già citati, gli altri prelievi effettuati lungo le coste regionali hanno registrato valori di inquinanti entro i limiti di legge: a Trieste (alla spiaggia presso il lungomare Bandiera e alla spiaggia di viale Miramare); a Duino Aurisina (alla spiaggia di Sistiana); a Monfalcone (spiaggia libera via delle Giarette a Marina Julia) e a Lignano Sabbiadoro (foce del fiume Tagliamento).

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