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Emissioni zero entro il 2050? Il Fvg si candida come regione pilota

L'obiettivo è quello di diminuire le emissioni regionali con una media annua del 4 per cento fino ad arrivare a un'economia con emissioni zero

Un obiettivo molto importante a livello ambientale per la Regione Friuli Venezia Giulia, che si è candidata come regione pilota per la sperimentazione della strategia europea che mira a raggiungere un'economia con emissioni zero da gas a effetto serra entro il 2050. Si tratta di un obiettivo al centro del Green Deal europeo e che prevede una diminuzione delle emissioni annua del 4 per cento.

La proposta

A prendere la decisione la Giunta regionale su proposta dell'assessore alla Difesa dell'ambiente, energia e sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro, che ha dichiarato l'operatività del progetto. "La proposta è di suggerire alla Ue - spiega Scoccimarro - l'individuazione della nostra regione per la sperimentazione della strategia anche in considerazione della superficie e della morfologia del territorio, sufficientemente piccolo rispetto al continente europeo, ma sufficientemente grande e diversificato, per testare e valutare le ricadute delle politiche ed eventualmente riprodurle a livello comunitario".

Entro il 2050

"Se la candidatura andrà a buon fine gli obiettivi da perseguire risulterebbero più stringenti di quelli fissati dalla Commissione Europea, posto che, diversamente dalle altre Regioni e dagli altri Stati della Ue, tenuti a raggiungere la neutralità entro il 2050, il Friuli Venezia Giulia dovrebbe impegnarsi a conseguirli in tempi più ristretti, presumibilmente ridotti di almeno 5 anni rispetto ai 30 assegnati nel restante ambito europeo. E' quindi necessario definire - ha fatto sapere l'assessore - una programmazione rigorosa e lungimirante da avviare immediatamente, al fine di predisporre prima di altre Regioni e Nazioni un documento da sottoporre all'esame della Commissione".

Passo per passo

Sicuramente, non si può arrivare a emissioni zero dall'oggi al domani, e il piano regionale è quello di raggiungere la neutralità impegnandosi a diminuire le emissioni con una media annua pari almeno al 4 per cento rispetto alle emissioni che oggi si registrano in Fvg. "Per dare un'idea dello sforzo richiesto - ricorda Scoccimarro - occorre considerare che le emissioni annue attuali della centrale termoelettrica a carbone di Monfalcone rappresentano all'incirca il 5 per cento delle emissioni totali annue attribuibili al territorio regionale".

Il programma

Secondo quanto predisposto dalla Regione, entro otto mesi sarà stillata una prima bozza di programma, entro 12 mesi il primo confronto ufficiale con Ue, Stato e autorità finanziarie; entro 18 mesi il programma definitivo con valutazione delle necessità finanziarie e delle relative modalità di reperimento di fondi europei. Verrà quindi creato, di concerto con la Commissione Europea, un programma unico regionale che preveda diversi interventi, soprattutto nei settori dell'industria; agricoltura; trasporti (pubblici e privati, logistica, etc); sistema edilizio (pubblico e privato); sistema di produzione, trasporto e distribuzione dell'energia; finanze; ricerca, educazione e lavoro. La Commissione dovrebbe fornire il proprio supporto sia in fase di predisposizione del programma, sia nel reperimento di parte delle risorse necessarie.

Ambiente

Due saranno i temi chiave che andranno affrontati: l'andamento dei cambiamenti climatici e l'educazione dei cittadini. Per quanto riguarda il primo tema, la Regione sta elaborando il piano regionale di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici, in ossequio a quanto previsto a livello nazionale. Conseguentemente, la proposta del Friuli Venezia Giulia alla Ue dovrebbe prevedere anche la programmazione all'adattamento e mitigazione.

Condivisione

"Stante la durata pluridecennale del programma - è auspicio di Scoccimarro - il successo deriverà dalla condivisione e approvazione dello stesso da parte di tutte le forze politiche, sia quelle oggi facenti parti della maggioranza che quelle dell'attuale opposizione per assicurare che l'iniziativa venga sostenuta nel tempo, indipendentemente dall'orientamento politico di chi sarà chiamato a governare l'Amministrazione regionale".

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