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Strage dei kiwi: 800mila euro a Uniud per scoprire come fermarla

Si chiama "moria dei kiwi" ed è una malattia che colpisce le radici della pianta, che perde foglie e, di conseguenza, non produce o produce pochi frutti non commercializzabili

Sarà finanziata con 800 mila euro una ricerca triennale che studierà le origini, farà la diagnosi e indicherà strategie di controllo e prevenzione per la cosiddetta "morìa dei kiwi", una pericolosa malattia che da più di dieci anni sta mettendo in ginocchio l’intera filiera in Italia. Si tratta di un progetto di ricerca nazionale “Sos kiwi” coordinato dall’università di Udine, in collaborazione con la Fondazione Agrion e gli atenei di Napoli “Federico II”, Reggio Calabria “Mediterranea” e Torino. La ricerca, triennale promossa dal progetto “Ager – Agroalimentare e ricerca”, coinvolte 18 Fondazioni di origine bancaria, tra cui la Fondazione Friuli.

La malattia

La malattia colpisce le radici della pianta, che perde foglie e di conseguenza non produce o produce pochi frutti non commercializzabili. “

Sos Kiwi

Sos kiwi (From Soil to soil: origin and remediation to kiwifruit in decline syndrome) è fra i tre vincitori del bando “Dal suolo al campo” promosso da Ager al quale hanno partecipato una trentina di progetti. Obiettivo dell’iniziativa è favorire soluzioni innovative per migliorare l’adattamento delle colture al cambiamento climatico, ritenuto tra le principali cause della diffusione della moria. I partecipanti al bando sono stati una trentina. La ricerca analizzerà i meccanismi alla base della malattia. Saranno identificati i biomarcatori utili per la diagnosi e definire nuove strategie di controllo e prevenzione che facciano anche uso di microrganismi utili del suolo. Allo studio – coordinato da Marta Martini, docente di Patologia vegetale del Dipartimento di scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Ateneo friulano – partecipano ricercatori tra i massimi esperti di moria del kiwi a livello internazionale. "Mentre i danni economici sono ben evidenti, tutti i fattori scatenanti la moria non sono noti e per combatterla non esiste una cura con fitofarmaci specifici, ma soprattutto una difesa preventiva – spiega la professoressa –. Con la nostra ricerca svilupperemo nuove tecniche per diagnosticare le cause e metteremo a punto sistemi di contrasto basati su portainnesti resistenti e su microrganismi utili del suolo, perché è lì che nasce il problema. E siamo molto fiduciosi – evidenzia Martini – di ottenere risultati utili, visto che per la prima volta in Italia, e grazie ad Ager, è stato finanziato uno studio che ha costituito un gruppo di lavoro a valenza nazionale".

In dettaglio

Entrando nello specifico, l'Università di Udine si occuperà di selezionare delle specie di actinidia resistenti o tolleranti alla moria su cui innestare le varietà commerciali, visto che la malattia colpisce le radici. Accanto a questo, saranno sviluppate strategie di prevenzione e controllo. L’Ateneo potrà anche contare sull’esperienza già maturata con Ager, sempre in qualità di capofila, visto che finora ha già coordinato quattro progetti: sulla valorizzazione dei sottoprodotti della vinificazione, lo studio di nuovi mangimi per un’acquacoltura sostenibile, le produzioni di quarta gamma, la lotta ai giallumi della vite.

Il progetto a Reggio Calabria

Il 28 settembre a Reggio Calabria nel corso di un convegno tecnico-scientifico i ricercatori di Sos Kiwi faranno il punto sulla diffusione della malattia e sulla gestione della difesa. Valentina Cairo, project manager di Ager, illustrerà il nuovo progetto e l’impegno di Ager a favore dell'agroalimentare italiano. 

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