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Salvatore Russo in concerto a Udine e Pasian: «Amo il Friuli»

Il chitarrista si esibirà venerdì sera al The Black Stuff e il giorno dopo nel comune alle porte del capoluogo

Arriva a Udine uno dei più grandi chitarristi italiani, Salvatore Russo. Nome di riferimento nella musica gypsy jazz, in Italia Russo è stato un pioniere della chitarra rock metal e ha lavorato come session man con grandi nomi della musica pop italiana come Antonello Venditti e Adriano Celentano. Suonerà venerdì sera con il suo trio al "The Black Stuff" di Udine e sabato sera assieme a Stochelo Rosenberg a Pasian di Prato.

A Pasian di Prato due giganti della chitarra e del gypsy-jazz: Stochelo Rosenberg e Salvatore Russo

Salvatore, la tua carriera iniziò quando debuttasti nel 1990, in un programma televisivo, “Festival” condotto da Pippo Baudo. Fu lui a scoprirti?
«Le cose sono andate un po diversamente. Baudo non mi scelse mai. Fu un ragazzo siciliano, aspirante registra, che trovandosi in commissione per una selezione di talenti da dare in pasto alla tv, mi tirò fuori dal cestino della spazzatura: una bella fortuna! Era il 1990, ricordo che Pippo non amava molto la rock music, e all’inizio, era molto titubante nei miei confronti. Le cose cambiarono negli anni, quando io consolidai il mio lavoro come musicista session man acconpagndo tanti cantanti pop popolari. Allora Pippo rivide la sua opinione nei miei riguardi e, ovviamente ne fui molto felice ed orgoglioso. Così quando lo incontravo nei vari lavori in Tv e a Sanremo, lui spesso urlava a tutti i presenti la sua mitica frase: “Russo l’ho inventato io”!»

Come sei passato da musicista rock a diventare un nome di riferimento nel Gypsy Jazz?
«Arrivato a un certo punto, nel rock ero alla ricerca di me stesso: mi sentivo perso dentro un mondo che - vuoi per età o per maturità - non sentivo più adatto a un adulto: adesso ne ho quasi cinquanta. Il rock, in genere, è una grande musica, con una grande energia ma forse, ad un certo punto, ho sentito il bisogno di crescere. Non so se ho sbagliato. Certo però, che adesso mi sento un po’  “Dottor Jackyll e Mr. Hyde”  suonando e spaziando in, almeno,  cinque stili musicali molto diversi.»

Hai suonato con due giganti della musica leggera  italiana: Antonello Venditti e Adriano Celentano?
«Ricordo sicuramente la simpatia e il talento di entrambi. Anche se devo dire che Adriano ha una marcia in più rispetto a tutti

Presenta i  musicisti che suoneranno con te al “The Black Stuff”?
«Matteo Sgobino alla chitarra un musicista versatile con un balance tecnico di grande classe ed Alessandro Turchet, a mio avviso, il più grande contrabbassista italiano.»

Sai che il “The Black Stuff” ha ospitato chitarristi come Paul Gilbert, Richie Kotzen, Guthrie Govan…
«Grandi musicisti che rispetto molto. Ma dopo un buon bicchiere di bianco Friulano, potrei suonare anche dopo i Pink Floyd.»

Cosa ami del Friuli?
«Il vino ovviamente! Per me il Friuli è la Puglia del nord, perché ha molte cose che le accomunano dal vino alle pianure per esempio.»

Udine la conosci?
«Sì, perché ho avuto anche la fortuna, da più di venti anni, di stringere un grande legame artistico/affettivo con un grande chitarrista di Udine conosciuto ed amato per il suo stile in tutta Italia, Gianni Rojatti.»

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