"Rosae, rosarum, rosis" all'abbazia di Rosazzo
Giovedì 11 maggio - alle ore 18 all'Abbazia di Rosazzo - verrà inaugurata la mostra "Rosae, rosarum, rosis". Si tratta di una selezionata esposizione di opere di maestri friulani del '900, che hanno dipinto l'incanto dei fiori. Da Pellis a Venuto, passando per Tubaro, Anzil e Celiberti. La mostra e il catalogo, a cura di Sergio e Stefania Colussa, sarà visitabile i fine settimana fino al 23 luglio.
L'intensità della bellezza del mondo vegetale, lirico ed esterno, è da sempre tra gli artisti fonte di ispirazioni, emozioni e di soluzioni creative. La mostra, che si inserisce nel programma di iniziative della XIII edizione di Rosazzo da Rosa (13 e 14 maggio), comprende esperienze artistiche diverse, ma accomunate dal fascino verso la natura, da Anzil Toffolo a Giuseppe Zigaina, da Mirko Basaldella a Cesare Mocchiutti, da Giorgio Celiberti a GianCarlo Venuto.
Un importante omaggio va alla creatività di Giovanni Pellis e ai suoi lirici "giardini" che con passione in ogni stagione piantava e curava le aiuole di fiori e rose nella casa-studio situata sotto il castello di Udine, in Riva Bartolini. E ogni anno puntualmente le riportava per sempre con sentimento sulla tela. L'autenticità e la spontaneità espressiva colpirono anche il critico d'arte veneziano Guido Perocco che nel 1964 acquistò tre quadri per la Ca' Pesaro, tra i quali proprio un "giardino" del 1942. "In questa rassegna - ha scritto Sergio Colussa nell'introduzione del catalogo - si fa notare per eleganza un "Vaso di fiori", dipinto nel 1944 per una importante collezione udinese, dopo gli eremitici soggiorni della bianca prigionia montana dove tutto era fatato e incantato e dove le nostalgie vetuste del vero pittorico ricercate con sincerità s'intrecciano, e talvolta si scontrano, con quelle dei pittori della ormai nuova generazione". Colussa ha sottolineato come «attraverso la selezione di opere esposte dedicate ai fiori, ognuno può avvertire che l'arte figurativa è stata per il Maestro friulano non solo un mezzo per comunicare stati d'animo ma rivelare poesia e vero temperamento, pieno di palpiti e brividi in sintonia con l'atmosfera che lo circondava».