"Giulio fa cose", al Centro Balducci la presentazione del libro su Giulio Regeni
Dopo la presentazione di Milano, Roma e Genova, arriva anche in Friuli, terra d'origine della famiglia Regeni, "Giulio Fa Cose" (Serie Bianca - Feltrinelli editore).
In regione
Saranno tre le presentazioni in Friuli per il libro su Giulio Regeni scritto dai suoi genitori, Paola Deffendi e Claudio Regeni: Trieste, Monfalcone e Zugliano, al Centro Balducci.
Il libro
Il testo è il prodotto di un forte gesto d'amore di Paola e Claudio, nel quale raccontano chi era il loro figlio in una narrazione intima e coinvolgente della sua tragica vicenda: fu sequestrato, torturato e ucciso al Cairo mentre svolgeva il suo dottorato di ricerca per conto dell’Università di Cambridge. Il libro è una testimonianza dolorosa e necessaria di quattro anni di battaglia corale per avere verità e giustizia.
L'incontro
Il volume, uscito lo scorso 23 gennaio e scritto in collaborazione con l'avvocato Alessandra Ballerini, sarà presentato sabato 22 febbraio alla Sala Petris del Centro Balducci di Zugliano, con la partecipazione di don Pierluigi Di Piazza e dei genitori di Giulio Regeni, che dialogheranno assieme al legale Ballerini e al giornalista di Repubblica Giuliano Foschini (co-autore con Carlo Bonini del docufilm 9 giorni al Cairo). Nel corso della serata, inoltre, verranno letti alcune parti del libro.
Quarta di copertina
“Chiediamo una verità processuale nei confronti di chi ha deciso sul destino della sua e delle nostre vite, di chi lo ha torturato, chi ha sviato le indagini, chi ha permesso e permette tutto ciò. Su Giulio sono stati violati tutti i diritti umani, compreso il diritto ad avere verità.” Alla tragedia di Giulio Regeni, scomparso il 25 gennaio 2016 al Cairo, il mondo della politica non ha ancora risposto. Non ha risposto l’Egitto di Al-Sisi. Che continua a sabotare le indagini sul sequestro, la tortura e l’omicidio del figlio di Paola Deffendi e Claudio Regeni: in quattro anni gli egiziani hanno ucciso cinque innocenti, inventato storie incredibili, falsificato documenti per allontanare i sospetti dai loro apparati. Senza però riuscirci: cinque funzionari dei servizi segreti del Cairo sono sotto inchiesta con l’accusa di aver partecipato al sequestro di Giulio. Non ha risposto l’Europa, a parte qualche passaggio di circostanza. Non ha risposto l’Italia che, anzi, ha rimandato il suo ambasciatore al Cairo. A combattere per ottenere verità e giustizia per Giulio e per tutti i Giulio d’Egitto ci sono però i genitori, Paola e Claudio, insieme al loro avvocato Alessandra Ballerini. Ma non sono soli. Con loro c’è l’onda gialla che parla di Giulio, indossa i braccialetti, appende quello striscione giallo per chiedere verità e giustizia. Perché Giulio era un cittadino italiano, un cittadino europeo che aveva scelto la cultura come strumento di solidarietà e giustizia sociale. E che il 3 febbraio 2016, quando il suo corpo fu trovato ai bordi dell’autostrada che collega Alessandria al Cairo, aveva 28 anni. Erri De Luca ha scritto che “la verità non viene regalata né offerta, va scippata a pezzettini, brandello per brandello. Quello che siamo riusciti a ottenere lo dobbiamo alla mobilitazione civile dei genitori di Giulio, che si sono caricati questo bisogno di verità e ci hanno trascinato con loro”. Il rapimento, le torture e l’uccisione di Giulio Regeni riguardano tutti.