A Udine la presentazione del libro dedicato ad Adriano Ioan
La Prefazione del Sindaco di Udine, Furio Honsell. L’intervento del Presidente del Consiglio Provinciale Fabrizio Pitton e il ricordo dell’amico Piero Mauro Zanin. Sono questi i confini al cui interno si sviluppa 'A muso duro. Mille sogni raccontare', la testimonianza della giornalista Irene Giurovich che ha affiancato Adriano Ioan durante l’ultima campagna elettorale per la corsa a sindaco della città, durante il dramma della malattia diagnosticata nell’aprile 2014 e il percorso di cure nell’ultima terribile campagna contro la morte, scrive nella prefazione Honsell.
Il libro, che sarà in commercio in concomitanza con l’anniversario del sesto mese dal trapasso (Ioan è mancato il 16 agosto 2015), sarà presentato martedì 16 febbraio alle ore 18 in sala Aiace a Udine assieme agli autori dei contributi e con la moderazione affidata alla giornalista Elisabetta Pozzetto.
Il racconto ad impianto diaristico è edito dalla casa editrice friulana Edizioni Segno, con il patrocinio del Club Unesco. L’iniziativa ha ottenuto il riconoscimento di carattere istituzionale da parte dell’amministrazione di Palazzo D’Aronco. Il racconto della vicenda si alterna con le testimonianze dei medici, italiani e stranieri, incontrati nei numerosi viaggi, per tentare tutte le possibili terapie, fra ospedali e cliniche: un itinerario complicato di cui l’autrice è stata testimone diretta accompagnando Adriano Ioan nell’anno e mezzo di calvario e di speranze. “Questo libro - scrive Honsell - è una cronaca scritta con serietà e amore per far conoscere una verità fino ad oggi privata. Ma questa verità appartiene alla nostra città. Perché è la cronaca della battaglia di due persone che hanno lottato per poter continuare a vivere insieme per servirla con la loro passione e con il loro impegno. Perché sia una città comunque migliore! Grazie Irene, grazie Adriano”.
L’opera assume una valenza simbolica collettiva, in quanto dimostra come una persona ammalata gravemente non rinunci ad alimentare comunque, alle volte anche contro l'evidenza, la dimensione progettuale affettiva e come chi sta accanto all'ammalato nel doloroso tragitto supporti l'attesa di una svolta verso la guarigione o almeno la stabilizzazione. Uno strumento che potrà quindi fungere da riflessione per chi é colpito da gravi patologie e per chi vive accanto a lui questo destino.