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Nella scuola Eom un “posto occupato” per le vittime di femminicidio

Nelle aule di Udine una sedia sarà sempre riservata simbolicamente alle donne che hanno perso la vita per mano di un compagno, con un drappo e scarpe rosse

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Ci sarà un posto sempre occupato nelle aule della Scuola di osteopatia Eom di Udine. Un posto dove non potrà sedersi più nessuno. Resterà vuoto per tutto l’anno scolastico, occupato simbolicamente da una delle tante ragazze che avrebbero voluto studiare, imparare, sorridere, sognare un futuro, ma non potranno più farlo. Sono le donne vittime di femminicidio, che verranno ricordate lunedì 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, dall’iniziativa “Posto occupato”, nata per ricordare, simbolicamente, le donne che hanno perso la vita per mano di un marito, di un compagno o di un ex. Ciascuna di quelle donne, prima che un assassino mettesse fine alla loro vita, occupava un posto a scuola sul tram, a teatro, in metropolitana, nella società. Ecco perché chi aderisce alla campagna lo terrà riservato per loro, occupandolo con un drappo rosso, affinché rimanga per sempre memoria di quanto è successo e continua ad accadere. La donna incinta trucidata ieri in provincia di Palermo ne è l’ennesima, drammatica testimonianza. Nella scuola Eom Italia, oltre al drappo rosso, un paio di scarpe rosse sono state poste accanto alla sedia che rimarrà sempre occupata per ricordare le vittime di femminicidio. E ieri, per la prima volta, gli studenti hanno fatto lezione accanto a quel posto riservato. “Abbiamo deciso di aderire a questa iniziativa perché crediamo giusto sensibilizzare i nostri studenti – spiega Andrea Turrina, socio fondatore e direttore di EOM Italia – e non solo nella sede di Udine, ma anche in quelle di Roma, Torino, Vado Ligure e Verona. Non vuole essere un’azione spot, ma permanente, perché quel posto resterà simbolicamente occupato per 365 giorni. Pensiamo a quante ragazze, ma anche a quante mamme è stata preclusa la possibilità di studiare, formarsi, costruire una propria professione a causa di mariti o compagni violenti, che le hanno annientate psicologicamente e fisicamente. Noi riteniamo che la violenza maschile contro le donne sia un problema che riguarda tutti e che vada contrastato ogni giorno, non solo con interventi e servizi ma anche con un lavoro culturale negli ambienti in cui viviamo e lavoriamo”. I casi di “femminicidio” in Italia negli ultimi dodici mesi sono stati 92, secondo il "dossier Viminale" che ha aggregato i dati nel periodo compreso tra il 1 agosto 2018 e il 31 luglio 2019. Anche l’anno precedente erano state 92, pari al 68,7 per cento dei 134 omicidi in ambito familiare. Una ogni 3 giorni.

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