"Le vie dell’acqua, architetture idrauliche nella Bassa friulana" al Museo Etnografico
Si è aperta oggi la mostra “Le vie dell’acqua. Architetture idrauliche nella bassa friulana - fra acqua e terra”, al Museo Etnografico di Udine fino al 3 dicembre. Il progetto è promosso e sostenuto da Consulta dell’Ambito territoriale ottimale - Cato, Consorzio di Bonifica Pianura Friulana, Cassa Edile e Università di Udine, in collaborazione con i Civici Musei di Udine.
Promuovere una “cultura dell’acqua” valorizzando il sistema di opere idrauliche del territorio; sistema che, ogni giorno, fornisce un servizio indispensabile eppure ai più ancora “invisibile”. Questo l’obiettivo del progetto, una ricerca sugli aspetti storici, sociali e architettonici della gestione delle acque nella Bassa friulana, in particolare la zona di Lignano Sabbiadoro e del suo entroterra, effettuata dall’Università degli studi di Udine - Dipartimento di Lingue e Letterature, Comunicazione, Formazione e Società (responsabile scientifico del progetto Prof. Andrea Guaran, ricercatrice Sabrina Tonutti).
Nella mostra il discorso espositivo si articola attraverso l’intreccio di diverse documentazioni (testi, fotografie storiche e contemporanee, mappe storiche, disegni e progetti, documenti d’archivio, video-interviste, oggetti), tra cui anche un documentario sulle vie dell’acqua realizzato da Paolo Comuzzi.
Si va dalla realizzazione delle opere di bonifica idraulica degli anni 30 del secolo scorso (canali, idrovore) alle opere del servizio idrico integrato (acquedotto, fognatura, depurazione), costruite a seguito della creazione della città di Lignano a partire dagli anni 60 del secolo scorso. Inoltre si descrive come oggi vengono gestite le infrastrutture. Tra i personaggi storici della mostra si evidenzia il Prefetto Mori, che negli anni 30 bonificò l’Istria e la bassa friulana, la “piccola Olanda del Friuli” (Lignano si trova sotto il livello del mare), strappandola alla malaria e e consegnandola alle attività agricole, con una Lignano turistica che diventa poi l’emblema di questa trasformazione.
LA MOSTRA
BONIFICHE. Imponente l’opera di bonifica che riguarda la Bassa Friulana, a partire dal Settecento, fino ai giorni nostri. La Mostra racconta per esempi significativi la storia di questa impresa di trasformazione del territorio, focalizzandosi sulla zona di Lignano Sabbiadoro e del suo entroterra. L’esistenza stessa della maggiore cittadina turistica della Provincia di Udine si deve alla massiccia opera di bonifica avviata negli anni Venti e Trenta del Novecento, e che ha trasformato zone paludose e malsane come quelle della Bassa Friulana in terreni coltivabili e zone abitabili. Prima di allora, Lignano si limitava a essere un modesto centro balneare con pochi edifici (sulla punta orientale della penisola) e ridotte possibilità di sviluppo, vista la qualità del territorio circostante (i collegamenti avvenivano infatti via laguna, mentre erano particolarmente difficili e accidentati via terra, a causa della presenza di aree paludose) e della diffusione della malaria. Fu a seguito della bonifica di queste aree interne della penisola che si resero poi possibili il lancio turistico della località, con anche la costruzione della rete stradale, i ponti, e quindi le opere di urbanizzazione della cittadina, messa così in grado di affrontare il boom economico degli anni Cinquanta e la seguente diffusione del turismo di massa. La Mostra documenta le architetture della bonifica, di notevole interesse storico-architettonico (idrovore, rete di canali, arginature a fiume, mare e laguna, diga a mare, chiaviche, ecc.), il paesaggio della bonifica, ora soggetto a tutela ambientale, nonché la dimensione del lavoro collegata a questa opera di trasformazione del territorio. In particolare, la Mostra offre dei focus su importanti figure della bonifica nelle sue fasi storiche, come Antonio Cassis Faraone, sotto la cui giurisdizione nel Settecento venne bonificata la Contea di Precenicco (opere di cui ancora oggi il territorio porta i segni) e il Senatore Primo Cesare Mori (il “Prefetto di ferro”), che negli anni ’20-’30 del Novecento guidò l’opera di bonifica in queste terre.
ACQUEDOTTI. “Le vie dell’acqua” illustra lo sviluppo della rete acquedottistica nel corso del Novecento, sia dal punto di vista architettonico (serbatori e impianti di sollevamento) che per quanto riguarda le maggiori figure che ne hanno promosso lo sviluppo. Una in particolare: il sacerdote rabdomante Monsignor Ettore Valoppi, consulente nella prima metà del Novecento dei Consorzi sia di bonifica che degli acquedotti per la ricerca di falde acquifere.
ALTRE ACQUE. La Mostra porta all’attenzione dei visitatori, sempre attraverso una focale storica, anche il tema dell’irreggimentazione delle acque dei fiumi, come il Tagliamento e lo Stella, e il rapporto della terraferma con le necessarie iniziative di gestione.