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Marco Bellocchio, tutto deciso prima della questione Eluana Englaro

Riccardo Costantini di Cinemazero ci ha presentato in esclusiva la rassegna dedicata a Bellocchio. Ha tenuto anche a fare alcune precisazioni sulle polemiche che hanno investito il regista di Bobbio nell'ultimo periodo

Dal 7 febbraio, per oltre un mese Udine Pordenone e Trieste tornano con un appuntamento culto, "Lo sguardo dei maestri", che quest'anno è dedicato a un grande regista del cinema italiano, Marco Bellocchio. Ne abbiamo parlato con il coordinatore di Cinemazero, udinese doc, Riccardo Costantini.

Edizione numero quattordici, davvero un bel traguardo!

Certo, sopratutto per un tipo di progetto del genere, difficilmente inquadrabile in logiche commerciali, ma sempre atteso e seguito oltre le nostre aspettative più ottimistiche.

I protagonisti che si sono susseguiti negli anni hanno caratteristiche molto diverse. C'è un trait d'union fra loro?

Difficile trovare un comune denominatore che non sia quello della grandissima qualità dell'artista. Abbiamo seguito sempre criteri diversi per la scelta dei soggetti. Nel corso degli anni si è reso omaggio a grandi già noti come Orson Welles e Luis Bunuel, meno conosciuti come Max Ophuls, miti come Bergman e interpreti da riscoprire come Mizoguchi.

Quanto tempo prima inizia la preparazione di un appuntamento del genere?

Il lavoro di ricerca e programmazione, condotto per le cineteche e le biblioteche di mezz'Europa parte in genere almeno sei mesi prima dell'iniziativa. La retrospettiva, sempre filologica, e' tradizionalmente corredata da una pubblicazione critica ricchissima.

Il "maestro" con che criteri viene individuato?

La decisione è sempre complessa e improntata a innumerevoli criteri legati a pubblico, disponibilità delle opere, opportunità dell'omaggio.  Il comitato scientifico de "Lo sguardo dei maestri" lavora con anticipo ancora maggiore.

Chiariamo quindi un aspetto che ha fatto particolarmente discutere in questo periodo. La scelta è stata fatta in largo anticipo rispetto alle polemiche riguardanti i contributi al nuovo film di Bellocchio, giusto?

Le polemiche di questi giorni, completamente avulse dalla nostra iniziativa e nelle quali non vogliamo in nessun modo entrare, erano impossibili da prevedere. La scelta è stata fatta con largissimo anticipo, molto tempo prima che Bellocchio venisse premiato a Venezia con il Leone d'oro alla carriera. Il discorso è totalmente estraneo alla nostra scelta artistica.

Come giudica la situazione che si è venuta a creare?

La cosa giusta da fare, per tutti, sarebbe quella di lasciar lavorar questo grandissimo regista del cinema in serenità. Fare film del suo livello (pensiamo agli ultimi,  splendidi e indiscutibili per qualità "Buongiorno notte",  "L'ora di religione", "Sorelle Mai") costa sforzi intellettuali, creativi, fatiche e  stress immani. Partire con questi presupposti rende di sicuro tutto ancora più complesso.

La situazione è stata strumentalizzata?

Posso solo dire che, da quello che si sa, il film prevede di trattare il tema con grande attenzione, delicatezza, senza che l'oggetto sia per forza solo ed esclusivamente Eluana Englaro. Anzi, la storia di Eluana sembra rimanere solo uno spunto iniziale, che apre a vicende, racconti, personaggi, riflessioni e posizioni completamente diverse, nonché opponenti. I grandi narratori, siano essi scrittori, musicisti o registi, operano in questo modo. Certo, la polemica lo accompagna fin dai suoi primissimi lavori, ma se un grande narratore non creasse dibattito, non desse occasioni di confronto, non sarebbe nemmeno tale.

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