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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Luigi Schiavone: il chitarrista elettrico italiano si racconta

Sabato 12 ottobre il musicista si esibirà per il quarto e ultimo appuntamento della rassegna "La Musica al Centro" di Udine

Luigi Schiavone è uno dei più acclamati chitarristi elettrici italiani, e sabato 12 ottobre sarà ospite dell'ultimo appuntamento di "La Musica al Centro", rassegna patrocinata dal Comune di Udine, organizzata da Music Academy e curata dal giornalista e musicista udinese Gianni Rojatti. Luigi Schiavone, però, è anche un ispirato songwriter che ha firmato capolavori della musica leggere italiana come "Quello che le donne non dicono". Nel corso della sua carriera, poi, ha collaborato con Enrico Ruggeri, Fiorella Mannoia, Gianna Morandi, Anna Oxa  Loredana Bertè. Ma anche con Marco Masini e Gianna Nannini, per cui ha inciso le chitarre del suo classico "Meravigliosa Creatura".

Che consiglio darebbe a chi vuole investire tempo e passione nella musica?

"Suggerirei di cercare qualcuno con cui dividere la stessa passione per provare a suonare assieme. Oggi, complice forse la tecnologia che agevola il fatto di lavorare da soli, si è perso un po’ il piacere di trovarsi in una sala prove, in una cantina per condividere idee e costruire qualcosa. Creare una band, un gruppo nel quale ognuno può dare il suo apporto".

E qual è l’apporto più importante lei che crede di aver dato nei progetti musicali nei quali è stato coinvolto?

"Ho sempre cercato di portare il mio entusiasmo, la passione e anche l’esperienza maturata in tanti anni. Per esempio con Enrico Ruggeri, capitava durante le prove per un tour o in studio di registrazione, che si avvertisse l’esigenza di dare a qualche vecchia canzone una veste nuova, un arrangiamento diverso. E io ero sempre entusiasta di lavorare per trovare qualche idea. “Polvere” per esempio, che è un pezzo che ho scritto, è stata suonata negli stili più svariati: dal Tango all’Heavy Metal…".

Lei è conosciuto come chitarrista ma anche come compositore prolifico a fianco di Enrico Ruggeri…

"Mi sono formato come autodidatta e gran parte delle cose che suono e che ho scritto sono nate semplicemente sperimentando, giocando con il mio strumento. Ritengo sia stata una fortuna perché molte idee che mi passavano sotto le dita e accendevano la mia creatività, magari per le orecchie di un musicista più preparato sarebbero state cassate perché per lui banali. Per me, invece, era un mondo sonoro inedito che si schiudeva. È per esempio il caso di “Quello che le donne non dicono” che ho scritto al pianoforte sperimentando con semplici successioni di accordi…".

Da chitarrista rock, sappiamo che nutre un’autentica fede per gli AC/DC!

"Me li fece scoprire al tempo della scuola un mio compagno australiano, prima ancora che la loro popolarità arrivasse in Europa. Erano gli anni in cui iniziavo a suonare la chitarra e rimasi folgorato dai loro riff. Apprezzo la loro coerenza artistica, il fatto di non essersi ma piegati alle mode".

Oltre che di musica, lei è un grande appassionato di Sport. Le oltre 140 presenze nella Nazionale Cantanti sono state un’ottima maniera per coniugare questi mondi…

"Fu proprio Enrico Ruggeri a coinvolgermi nella Nazionale Cantanti perché sapeva dei miei trascorsi come portiere a livello quasi agonistico; loro in squadra avevano tra i pali Francesco Baccini che non era esattamente una sicurezza…Il bello di quell’avventura era giocare a fare i calciatori professionisti: ritiro, albergo, trasferte…tutto come se fossimo una vera squadra. Tra i tanti compagni, ricordo con affetta e simpatia Andrea Mingardi artista mite e sensibile che però in campo si trasformava e diventava feroce: un vero Dr Jekyll and Mr Hyde. Anche se era marcato da due uomini, guai a non passargli la palla, si infuriava! Poi, finita la partita, ovviamente si era di nuovo tutti amici".

Ormai da un paio d’anni Luigi Schiavone è un Udinese Doc…

"Sì, ho sposato un’udinese e quindi mi sono trasferito in questa città per amore. Mi piace Udine per la qualità della vita, perché è così vicina assieme al mare e alla montagna e perché nonostante sia un posto tranquillo c’è una grande vitalità. C’è tutto e ci si sta proprio bene".

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