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Giulia Della Peruta, la cantante lirica friulana è pronta a incantare il "Verdi"

Venerdì 25 maggio il ritorno del soprano al teatro triestino con l'opera di Rossini "L'Italiana in Algeri", nelle vesti di Elvira

Nata a Udine nel marzo del 1986, Giulia Della Peruta è un soprano che a trentadue anni ha già guadagnato molto successo in tutta Italia in molte opere teatrali. Diplomata al Conservatorio "Jacopo Tomadini" di Udine col massimo dei voi, lode e menzione d'onore al triennio sperimentale di canto, ha poi deciso di specializzarsi in Germania, dove fino al 2009 ha frequentato la Openschule della Musikhochschule di Mannheim sotto la guida della regista Jutta Gleue. Dal 2009 studia con il soprano Alessandra Gavazzeni.

Dopo il debuto di aprile a Trieste con Despina in "Così fan tutte" di Mozart, torna al teatro "Verdi" nei panni di Elvira nell'opera di Rossini "L'Italiana in Algeri" per la regia del Maestro Stefano Vizioli. Dopo Pisa e Rovigo, Giulia sarà sul palco giuliano venerdì 25, domenica 27, martedì 29 e giovedì 31 maggio.

Come si è avvicinata al canto?

«La prima parte da solista per è arrivata già all'asilo, dove le maestre si sono subito accorte del mio "dono". Dopo questa prima esperienza, entrai a far parte del coro del paese, e per caso iniziai le prime lezioni di canto. Volevo poi cantare la canzone "Vacanze romane" per il festival di musica leggera di Martignacco, ma la mia voce saliva sempre più in alto. La parte acuta andava molto bene, ma la parte bassa era scarsa. Questo mi ha portato a non cantare mai il pezzo».

Cosa l'ha spinta ad andare in Germania per specializarsi?

«In Germania ci sono andata grazie a Jutta Gleue, per lavorare con lei. Nel 2009 ho quindi fatto un'audizione lassù. Dovevo starci tre anni, ma non mi sono trovata bene, quindi ho deciso di tornare a casa dalla mia insegnate per sistemare la tecnica. Io sono una patita della tecnica. Mi sento, e sono, una cantante molto amata dai registi, e meno dai direttori d'orchestra».

Cosa porta del Friuli quando viaggia per l'Italia?

«Quello che mi porto sempre dietro in tutti i miei viaggi sono gli strucchi come icona del Friuli, anche perchè una bottiglia di vino è più difficile da trasportare in aereo! Quando sono in viaggio poi quello che mi riporta a casa è l'accento friulano di mio marito al telefono. Per questo ho sempre voluto un marito friulano, e il mio è di Cividale. Ovunque vado poi cucino sempre il frico. Da Parlermo, alla Germania, a Bari, anche se è sempre difficile trovare il formaggio giusto! Organizzo sempre frico e lasagne party! Quando ero in Germania per studiare, ho cucinato per tutti frico e lasagne, e ho ottenuto un grande successo. Nella scuola non c'era un gruppo molto legato, e questa iniziativa è stata molto apprezzata».

Ieri il ritorno in teatro a Udine per la serata dedicata alla donne operate al seno dell'associazione Andos.

«Non dovevo cantare ieri sera, ma ho fatto una sorpresa a tutti con un brano. Da Trieste mi hanno dato il permesso. Posso anticipare che ci sarà un impegno sullo stesso palco prossimamente, nel corso dell'anno».

Che differenze e che difficoltà ci sono tra i personaggi di Elvira e Despina?

«Sono molto diverse tra loro. Despina è, vocalmente, secondaria, però è un personaggio chiave nella storia drammaturgica dell'opera. Secondo me la voce deve essere al servizio della storia, e ho potuto realizzare questo grazie a Despina, la adoro! Elvira è un ruolo ancora più piccolo, marginale. È una donna ripudiata, rifiutata, petulante. Il ruolo di Elvira richiede ancora più attenzione di Despina, perché canto sempre in pezzi concertati. Sento la responsabilità dell'andare assieme perché ho una scrittura vocale molto esposta e devo essere ancora più concentrata che nei brani solisitici. Nonostante la marginalità, la riuscita del personaggio è data dai concertati. Il regista Vizioli ha creato la regia ad hoc per far uscire il più possibile questi aspetti».

Emozionata per questo rientro a Trieste?

«Trieste è il teatro di riferimento in regione, è la città del teatro fin da quando ho iniziato a cantare. È molto emozionante, anche perchè sono seguita dal mio pubblico. Sono molto contenta».

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