I campi di confinamento nel XXI secolo, se ne parla al Balducci
Il convegno è organizzato da:
Rete Rivolti ai Balcani
Rete Diritti Accoglienza e Solidarietà Internazionale del FVG
Centro di Accoglienza Ernesto Balducci
in collaborazione con Articolo 21 FVG.
Di seguito il programma
Sabato 7 maggio 2022
Ore 10.00 – 11.00 - Registrazione dei partecipanti
Relazioni generali
Prima parte ore 11.00 – 13.00
Saluti di don Pierluigi Di Piazza, presidente del Centro Balducci
Saluti di Annalisa Comuzzi e Michele Negro, Rete Diritti, Accoglienza e Cooperazione Internazionale del FVG
Coordina: Fabiana Martini, Articolo 21 FVG
Relazioni
Le ragioni per cui si può parlare dell’esistenza di un sistema internazionale di campi di confinamento organizzati dall’Europa. A cura di Rivolti ai Balcani
Quadro generale sul processo di esternalizzazione del diritto d’asilo in paesi terzi attuate dalla UE. A cura di ASGI
Il ritorno dei confini nell’Europa contemporanea. Quale scenario si apre per la tutela dei diritti fondamentali? A cura di Monica Massari, Università di Milano
Ore 13.00 – 14.00 Pausa con buffet presso il Centro Balducci
Seconda parte ore 14.00 – 17.00
Coordina: Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale
L’uso della tecnologia nella violazione dei diritti; il caso di Frontex. A cura di Jane Kilpatrick, ricercatrice presso Università di Essex
La sistematicità dei respingimenti alle frontiere esterne della UE. A cura di Milena Zajovic e Alexandra Borgos di BVMN (Border Violence Monitoring Network)
La promessa mancata della trasformazione dell'Unione Europea in spazio di libertà sicurezza e giustizia: dinamiche politiche, giuridiche a istituzionali della UE. A cura di Emilio De Capitani, già segretario della Commissione LIBE del Parlamento Europeo
Il crollo del sistema di asilo in Europa e la sua funzionalità alla logica dei campi. A cura di Tineke Strike (in collegamento da remoto), Pierferfrancesco Majorino, Europarlamentari, e di un rappresentante di ECRE (European Council of Refugees and Exiles)
Pausa ore 17.00 – 17.30
Terza parte ore 17.30 – 20.00
Approfondimento casi-Paese
Il sistema dei campi di confinamento in Turchia. A cura di Adriana Tidona di Amnesty International e di Mahmut Kacan, avvocato (Turchia)
Il sistema dei campi di confinamento in Grecia. A cura di Martina Tazzioli del Goldsmiths College, University of London e di Jacopo Rui, associazione One Bridge to Idomeni
Domenica 6 marzo 2022
Prima parte ore 9.00-11.45
Prosecuzione approfondimento casi-paese
Il sistema dei campi di confinamento in Macedonia del Nord. A cura di ASGI progetto Medea
Il sistema dei campi di confinamento in Serbia. A cura di Nikola Kovacevic, avvocato (Serbia)
Il sistema dei campi di confinamento in Bosnia-Erzegovina. A cura di Rivolti ai Balcvani e Gorana Mlinarevic, ricercatrice (Bosnia ed Erzegovina)
pausa 11.45- 12.15
Seconda parte ore 12.15 – 14.30
Conclusioni
Cosa emerge dall’analisi dei "casi-paese" esaminati? Analogie e differenze.
Dibattito e condivisione tra i partecipanti al Convegno
Definizione dei punti essenziali da inserire nel documento conclusivo di raccomandazioni
modera Duccio Facchini, Altreconomia
ore 14.30 Conclusione lavori
Per partecipare è obbligatorio essere in possesso del Green Pass, essere muniti di mascherina Ffp2 e prenotarsi attraverso il seguente link di Prenotazione: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSc7XiIoldRqL3gsVfZVSpLW-fvM7cTnUbT5d7U2c5jeAPvXWA/viewform
E' possibile seguire l'intero evento in diretta streaming tramite il Canale YouTube del Centro Balducci
Obiettivi e finalità del convegno
Il seminario si articolerà in diversi interventi, tenuti da esperti internazionali, studiosi e attivisti nel campo della tutela dei diritti umani: il mosaico di differenti approcci e punti di vista sui temi affrontati consentirà di effettuare un’analisi multidisciplinare e completa delle questioni trattate.
Gli interventi previsti durante il seminario si concentreranno sul tema dei campi di confinamento: luoghi e strutture destinati alla "accoglienza" temporanea dei migranti forzati, in cui, tuttavia, questi ultimi vengono relegati in uno spazio degradante, appena sufficiente ad assicurarne la minima sopravvivenza fisica. In particolare, gli interventi si soffermeranno sulle violazioni dei diritti umani registrate e documentate nei campi di confinamento, nonché sul tema dello status giuridico – affatto chiaro – attribuito ai migranti forzati e sul percorso, particolarmente complesso e difficoltoso, del riconoscimento del proprio diritto d’asilo.
L’allestimento dei campi di confinamento viene presentato come una necessità dettata dall’esistenza di un contesto emergenziale: questa circostanza, tuttavia, non è supportata o giustificata con adeguate motivazioni dalla normativa di settore. La collocazione e la struttura dei campi di confinamento comportano un rafforzamento dell’isolamento degli stessi, oltre che una crescente emarginalizzazione dei migranti forzati. Nonostante la natura formalmente emergenziale – e dunque transitoria – di tali campi di confinamento, questi si attestano quali realtà stabili e immutabili, non soggette ad alcuna evoluzione: realtà dove vengono relegate persone che "purtroppo" esistono, ma che non dovrebbero esistere.
Durante il seminario verranno inoltre analizzate, in chiave critica, le politiche migratorie dell’Unione Europea, nonché l’approccio alla questione delle sue istituzioni. I campi di confinamento sono strumento indispensabile di attuazione delle politiche di "esternalizzazione" della UE e quindi sorgono nei paesi ad essa esterni e confinanti. Tuttavia, analizzando le scelte attuate dalla UE per la gestione delle domande di asilo nei paesi di primo ingresso, emerge come l’Unione stia spingendo per la realizzazione di strutture di accoglienza in aree considerate periferiche, ovvero in paesi considerati "cuscinetto" o marginali. Non essendo tuttavia possibile, in questo caso, lasciare indefinita del tutto la condizione giuridica degli "accolti", la procedura di esame delle domande di asilo delle persone presenti in tali strutture avviene secondo modalità iperaccelerate, caratterizzate da garanzie procedurali minime. In particolare, attraverso la finzione giuridica del "non ingresso" il migrante forzato - anche se presente fisicamente dentro l’Unione Europea - giuridicamente ne rimane al di fuori e alla fine del procedimento, se la domanda di protezione è rigettata, la persona può essere allontanata con modalità quasi del tutto prive di adeguate garanzie.
Obiettivo generale del Convegno è dunque quello di proporre una nuova chiave di lettura delle politiche messe in atto dall’Unione Europea relativamente al tema delle migrazioni, specie quelle forzate, con particolare attenzione al tema della tutela e del rispetto dei diritti umani. In tale ottica i lavori del Convegno si concluderanno con l’adozione di un documento finale di raccomandazioni che, tradotto in diverse lingue, verrà diffuso a livello europeo.