Per la "Village Night" del Palmanova Outlet Village di sabato 4 agosto, il concerto di Roberto Vecchioni. Il parco commerciale ospiterà le eccellenze del Friuli Venezia Giulia, e gli ospiti potranno degustare vini delle più importanti cantine del territorio e dell'Italia, birre artigianali e finger food.

Vecchioni

Roberto Vecchioni si esibirà in un concerto gratuito, "La vita che si ama", ispirato all'ultimo libro dell'artist. L'inizio è previsto per le 21.00.

Cantautore, scrittore, poeta, insegnate e accademico. A quale di questi mondi si sente di appartenere di più?

"Per me è un tutt'uno, non si può uscire da una cosa ed entrare nell'altra. La matrice interna è uguale per tutti, ossia l'esposizione di emozioni. Sia insegnare, sia scrivere canzoni e romanzi. La forma cambia, ma i contenuti sono gli stessi. Più in particolare però, la canzone è il mio campo più consono, il mio punto di partenza, e per me rappresenta una sfida continua".

Quale messaggio vuole mandare alla società attraverso le sue canzoni o i suoi scritti?

"È difficile scegliere un messaggio in particolare, perchè in ogni decennio ho tentato di mandarne uno diverso. Qualche volta ci sono riuscito, altre meno. Ma è anche molto semplice, in una parola: cultura. È una parola facile, non complicata: capire il senso delle cose che avvengono, capire il senso degli altri che abbiamo accanto, o che non abbiamo accanto. La cultura riempie tutti i buchi dell'insicurezza, dell'ignoranza, aiuta a creare la felicità".

Cosa l'ha spinta a passare dallo scrivere canzoni per altri artisti, a diventare interprete delle sue canzoni?

"In realtà scrivevo già per me, ma le miei canzoni non le voleva nessuno all'epoca, perchè erano troppo complicate. Scrivere canzoni per altri artisti è comunque stata un'esperienza importante, un'esperienza commerciale. Ho capito cosa significa catturare l'attenzione della gente. Erano altri tempi però. Negli anni '70 ho collaborato con Gianna Nannini e Oxa, poi mi sono fermato".

Quali cambiamenti nota all'interno del contesto musicale italiano degli ultimi anni rispetto agli anni '60 e '70?

"I cambiamenti del contesto musicale sono dati dai cambiamenti politici, economici, esistenziali. Erano tutti altri anni. Erano anni di ricerca, formazione, speranza; questi anni sono di altro tipo: veloci, rapidi, non riflettono, sono troppo istintivi, buttano fuori quello che hanno. Sono anni utilitaristici. Negli anni '70 si combatteva l'utilitarismo invece. Le canzoni poi hanno tutta un'altra grammatica e un'altra sintassi. Sono più plastiche, crude. Penso al rap, che è così. Oggi c'è più disperazione. Ho combattuto per la lingua anni e anni, ho insegnato latino, greco, tutte le etimologie possibili ai miei studenti. Questa è stata la prima spinta che ho avuto".

Molti i riconoscimenti e le onorificenze che ha conquistato negli anni, tra cui la nomina a "Cavaliere ufficiale della Repubblica", due premi "Tenco" alla carriera e "Angelo dell'Anno". Quale fra tutti l'ha reso più orgoglioso?

"Sanremo mica è brutto sinceramente! Poi ricordo il premio Pavese per la letteratura e il premio Montale per i testi delle mie canzoni, perchè sono premi molto rari e importanti per me. Di premi ne ho vinti tantissimi, non riesco a fare una lista completa. Posso dire che ho vinto più premi che numero di dischi venduti! Ma per me non basta mai, ne voglio altri".

Che progetti ha per il futuro? In quale campo si dedicherà di più?

"Sono sempre quelli i miei campi in cui lavorerò. Ora vorrei pubblicare una raccolta poetica mia, con le poesie che ho scritto negli ultimi 50 anni, tutte inedite. Poesie diverse dalle miei canzoni. Poi vorrei scrivere un altro romanzo, sicuro! E poi mi concentro sull'uscita del mio prossimo disco, a ottobre. Un disco con 12 canzoni inedite, dopo sei anni che non facevo dischi di inediti. Questo album dice tutto quello che dovevo dire, e che non ho mai detto in questi anni".