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Gianni Rojatti: il rocker udinese pronto per il tour con The Aristocrats

Con la sua band Dolcetti, duo composto assieme a Erik "Nervo" Tulissio, il chitarrista si prepara a un altro grande appuntamento, sulla scia di un anno e mezzo che lo ha proiettato ai vertici della musica italiana ed estera

Nell'ultimo anno e mezzo aperture e collaborazioni con Elio&Le Storie Tese, Paul Gilbert, Reb Beach e Kiko Loureiro. Un album, "Metallo Beat", che è stato in testa alla classifica di vendita della Mondadori Shop davanti a nomi come Tiziano Ferro e Sergio Cammariere. Ottime recensioni dalla stampa specializzata, in particolare dalle riviste "cult" del settore, Chitarre e Guitar Club in Italia e Guitar Techniques nel Regno Unito. L'ultima grande notizia è la chiamata a supporto del tour italiano degli Aristocrats, trio composto da alcuni tra i più brillanti e innovativi musicisti dell'intera scena mondiale. Tutto questo non è toccato a qualche star della musica made in USA o a un rocker britannico, ma all'udinesissimo Gianni Rojatti, che assieme al tarcentino Erik Tulissio raccoglie consensi a mani basse con la band Dolcetti. Abbiamo incontrato Gianni, tra una "svisata" e l'altra, per discutere di questa nuova esperienza, che lo vedrà impegnato anche nella sua città, a cui è molto legato.

Quali sono stati i momenti decisivi della tua formazione?

Sono principalmente un autodidatta, e quindi la mia formazione è avvenuta prevalentemente suonando moltissimo dal vivo, ovviamente esercitandomi
e studiando in autonomia le cose che mi piacevano e mi sembravano importanti.
Sono un chitarrista rock che fa musica strumentale ma piuttosto che i forti legami con il jazz o la musica classica, che molti virtuosi di questo genere hanno, le mie radici affondano nel punk, nel rock e nel pop. Nel mio percorso è stato fondamentale coltivare nel contempo studi, ascolti e generi musicali diversi: se dovessi fare una sintesi dei riferimenti ti posso fare i nomi di Steve Vai, Police, Pantera e Sex Pistols. Quindi non mi sono mai "rinchiuso" dietro a un'etichetta. Per esempio nel 2004 mentre incidevo un disco di Heavy Metal neoclassico con Gregg Bissonette alla batteria (Santana, Steve Vai, Ringo Star) nel contempo suonavo, in giro per i centri sociali d'Europa, punk rock con la mia band di allora, i The Casual's. 

            
Molti ragazzi friulani hanno passione per la musica, in particolare per la chitarra, e coltivano sogni da rockstar. Gli puoi spiegare come fa uno di qui
a emergere?


Non saprei dirtelo. La mia preoccupazione è stata - e continua a essere - sempre, solo e unicamente quella di suonare al meglio possibile la chitarra. Quando fai davvero bene una cosa è una conseguenza diretta emergere in quel campo. Vedo invece tanti artisti che per emergere, piuttosto che fare al meglio quello che realmente amano, si affannano a studiare il format musicale più di tendenza e a plasmare la propria proposta musicale su quello che richiede il mercato e su quelle che sono le aspettative del pubblico.  E invece ottengo l'effetto opposto: si omologano e si nascondono nella massa...

        
Cosa proporrete in questi concerti prima degli Aristocrats?


Suoneremo tutti brani del nostro disco "Metallo Beat". Brani che però, rispetto agli arrangiamenti più orchestrali e da band dell'album, abbiamo riarrangiato per eseguirli in delle versioni in duo chitarra e batteria con sequenze di elettronica e synth. Un satanico mix di Prog,Heavy Metal e Dubstep!
        



 

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