A Udine la carovana nazionale antimafie
Venerdì 4 settembre a Udine, nel parco di fronte al Punto Incontro Giovani in viale Forze Armate, Udine alle ore 18.30 ci sarà la Carovana nazionale antimafie.
Dopo una serie di interventi ci saranno, alle 20, letture e musica con Ornella Luppi e Paolo Paron; a seguire buffet con i prodotti di LIBERA TERRA
La carovana delle/nelle periferie
Nel 2015 siamo ancora in viaggio per rafforzare il nostro impegno, volto a costruire una società alternativa alle mafie.
Le nostre mete sono le periferie. Luoghi che per definizione sono “esterni a qualcosa”, “marginali”, lontani dal centro.
Carovana antimafie ha scelto sin dalla sua prima edizione, nel 1994, di non separare il concetto di legalità da quello di giustizia sociale, poiché ogni forma di rispetto delle leggi richiede in primis la sostanza di una concreta adesione di queste ai valori costituzionali. Solo in questo modo è possibile garantire la dignità umana, l’utilità sociale, l’uguaglianza sostanziale.
Una società che vuole davvero sconfiggere le mafie deve preoccuparsi anzitutto di essere inclusiva, a partire da tutti coloro che vivono “lontani dal centro”: i marginali, i periferici appunto, siano essi persone, comunità intere o popoli.
I luoghi periferici sono il tessuto più vulnerabile all’infiltrazione mafiosa, alla sua violenza e sopraffazione da cui partire e il più propizio su cui continuare ad autorigenerarsi.
Le mafie sono un agente di marginalità. Sguazzano nel degrado e nei quartieri disagiati ma di questo degrado sono le principali responsabili: il loro illecito arricchimento ha come conseguenza l’impoverimento di tutti.
L’azione delle mafie, nella ricerca del profitto illecito, ha come conseguenza il rendere le persone sempre più marginali, periferiche rispetto alla solidarietà, al bene comune, allo sviluppo sostenibile, ai diritti.
La Carovana nel suo percorso intende scrivere e spedire delle cartoline, come si faceva una volta nei viaggi, per raccontare cosa accade nei quartieri, in quelli “invisibili” e in quelli divenuti “fin troppo visibili”, ma non per questo meno periferici. Per farlo dobbiamo calarci nella realtà dei luoghi per cogliere i semi di giustizia, per innaffiare i germogli.
confondono non solo nell’urbanistica ma anche nelle abitudini stesse delle persone che le vivono