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Friuli Doc, i dubbi di Venanzi su sicurezza, austriaci, costi e promozione

Tutte le perplessità del capogruppo del Pd in Consiglio comunale, che negli ultimi anni è stato parte attiva nell'organizzazione

«Friuli Doc non deve avere colore politico, Friuli Doc deve continuare a rappresentare un’opportunità per la valorizzazione della città di Udine e del territorio regionale. Questa è una premessa indispensabile per dire che tutti dobbiamo avere l’interesse che questa manifestazione vada bene e che alla sua base ci sia una certa strategia». A dirlo è Alessandro Venanzi, capogruppo del Pd in Consiglio comunale e "vecchio" assessore con grande asperienza in materia. Riguardo alla festa e al suo destino, su cui ha lavorato molto negli anni passati, ha voluto fare alcune precisazioni.

Poche novità

«Per questo  — prosegue Venanzi  — mi pongo alcune domande rispetto alla gestione dell’attuale amministrazione comunale. Innanzitutto mi pare evidente che l’unica novità annunciata riguarda la riapertura di via Aquileia con gli austriaci, gli stessi con cui avevo avuto i contatti io — ovvero la Stiria — mentre la Carinzia non ha risposto all’invito.  Se Fontanini voleva che fosse una vetrina del Friuli ma invita gli austriaci per fargli fare presenza, allora c’è una contraddizione in termini. Tra l’altro, essendo presenti anche Pordenone, Gorizia e Trieste si dovrebbe parlare piuttosto di vetrina dell’intero Friuli Venezia Giulia».

Friuli Doc 2018, tutte le informazioni

Vetrina del Friuli, non dell'Austria

«Ed è da qui che parte il mio ragionamento  — puntualizza il politico — : se vogliamo che Friuli Doc sia una manifestazione che valorizzi le nostre eccellenze e il nostro territorio, dovremmo prima di tutto permettere alle nostre aziende di investire su questa manifestazione, facendo sì che, come era previsto nel nostro programma elettorale, questa si trasformi anche in un borsino turistico dove austriaci, tedeschi ma anche altre provenienti dal resto dell’Europa vengano a conoscere i nostri prodotti e la nostra cultura e abbiano così l’opportunità di comprare già dei pacchetti turistici e di intessere relazioni economiche. Portare qui gli austriaci e farli andare via a mani vuote, sapendo che oltretutto i loro stand possono avere maggior fascino rispetto a quelli “nostrani”, è sfavorevole per le Pro Loco che vivono un momento di concorrenza sleale e sono sostenute da pura attività di volontariato».

Sicurezza

«Mi chiedo anche in che modo venga gestita la questione sicurezza che l’anno scorso, dopo l’emanazione della normativa Gabrielli, avevo curato personalmente. Finora non ne ho sentito far cenno. Così come della gestione dei fondi. So di lasciare in eredità una manifestazione in attivo e che funziona, che da sagra è diventata kermesse di promozione che vanta l’accordo di diversi sponsor oltre che quello con Trenitalia, frutto della precedente amministrazione regionale, che aumenta le tratte di arrivo. Siccome l’assessore Franz ha dichiarato di spendere mezzo milione di euro quando l’anno scorso ne sono stati spesi centomila in meno, mi chiedo in che modo siano stati investiti visto che finora non ho visto nemmeno un cartellone per strada. Mi auguro quindi — conclude Venanzi — che l’amministrazione pensi davvero a Friuli Doc come ad un’opportunità per tutti, contando anche sul fatto che il turismo in città è cresciuto del 20% negli ultimi cinque anni ed è su questa strada che si deve continuare».


 

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