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Economia

Zamò (giovani industriali): "Le opportunità di fare impresa in Italia ci sono ancora"

Gli imprenditori si daranno appuntamento al Palamostre per l'assemblea annuale di Confindustria: "Per alzare la testa ci vogliono talento, tecnologia, tolleranza"

“La classe creativa spicca il volo” non per andarsene abbandonando il Paese, ma per restare e risollevarne le sorti.
Così il presidente dei Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Udine, Massimiliano Zamò, anticipa il filo conduttore dell’assemblea annuale in programma mercoledì 26 novembre dalle ore 17 al teatro Palamostre di Udine.
 
“Si tratta di un momento di riflessione importante – evidenzia il presidente Zamò -. Vogliamo infatti testimoniare come le opportunità di fare impresa in Italia ci siano ancora nonostante il contesto difficile. Come giovani imprenditori rinnoviamo il  nostro entusiasmo e la nostra determinazione”.
 
Zamò sottolinea “come ‘la classe creativa’ possa spiccare il volo puntando su 4 T, ovvero talento, tecnologia, tolleranza  - nel senso di inclusività -, territorio”. A conferma del valore imprenditoriale di questo poker, l’assemblea proporrà un confronto tra imprenditori di successo che hanno scommesso proprio su uno di questi elementi o su una loro interazione. Tra i vari ospiti ci sarà anche Mario Moretti Polegato, presidente Geox, oltre a Roberto Siagri, presidente ed amministratore delegato di Eurotech; Cristina Nonino, amministratore delegato di Nonino Distillatori, Andrea Girolami, presidente Due Ancore e il tecnico dell'Udinese Andrea Stramaccioni.
 
“Polegato - spiega Zamò motivando la scelta degli imprenditori a confronto - rappresenta il successo legato ad un’innovazione tecnologica; Siagri è la testimonianza di un imprenditore che ha saputo effettuare le mosse giuste per penetrare in un mercato tecnologico e selettivo come quello statunitense; Nonino è storicamente un vanto friulano nella valorizzazione del nostro territorio; Girolami è l’esempio di come il talento possa trovare la strada per riconvertire un’azienda mantenendone l’anima, in questo caso la produzione di coltelli. L’Udinese è ormai nel mondo uno “strumento” di geolocalizzazione per la regione. In ogni storia, inoltre, talento e capacità di essere tolleranti nel senso di inclusivi rispetto ad altre culture sono risultati determinanti”, osserva Zamò, che delle quattro storie evidenzia un ultimo aspetto dirimente per il loro successo: “Essere riuscite a vedere prima di altri un trend. È questo – conclude il presidente del GGI udinese - l’aspetto che ancor oggi può fare la differenza”.

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