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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

In Fvg c'è più fiducia nell'economia, ma le piccole imprese soffrono ancora

L’indagine Confcommercio-Format Ricerche evidenzia il primato regionale nella gestione finanziaria. Più di mille, però, le attività cessate nel 2015, 492 in provincia di Udine

Il sistema imprenditoriale del Friuli Venezia Giulia, un totale di 70.681 aziende (al netto di quelle agricole, delle attività finanziarie e assicurative e delle attività professionali, il 2% dei 3,6 milioni società italiane) regge anche in tempi di crisi. Il segno più evidente della volontà di ripresa? I dati sull’occupazione: il Jobs Act è stato utilizzato in Fvg più che nelle altre regioni (da gennaio a novembre 2015 sono stati attivati 11.366 contratti a tempo indeterminato in più rispetto allo stesso periodo del 2014, +87%) e continuerà a esserlo anche nel 2016 nonostante la riduzione del bonus.

La sintesi emerge dall’Osservatorio sull’andamento delle imprese regionali curato da Format Ricerche per Confcommercio Fvg. L’indagine (2.123 interviste) prende in considerazione anche il settore dell’industria. 

Fiducia
Il livello di fiducia delle imprese verso la situazione italiana migliora in Fvg (42) più velocemente che nel resto d’Italia (40,3). Le imprese dell'industria della regione hanno un livello di fiducia (45) maggiore rispetto a quello delle altre industrie del paese e maggiore rispetto a quello delle imprese del terziario Fvg (38,1) che hanno un livello di fiducia più basso rispetto al resto del terziario in Italia. Il fenomeno, spiega il direttore scientifico di Format Pierluigi Ascani, «è dovuto alla lentezza con la quale le microimprese e le piccole imprese del commercio, del turismo e dei servizi della regione stanno uscendo dalla crisi». 

Andamento delle imprese
L'andamento economico delle imprese migliora costantemente sia a livello nazionale (44) sia in Fvg (46,9). Il miglioramento delle industrie della regione (49) è significativamente superiore rispetto alla media nazionale e rispetto alla media delle imprese del terziario Fvg (43,9) che fanno registrare miglioramenti in linea con la media nazionale. Le microimprese, in particolare quelle del commercio, sono più in difficoltà.

Ricavi e occupazione

L'andamento dei ricavi delle imprese della regione (39), sia dell'industria (40), sia del terziario (36,9), è sostanzialmente stabile, pur essendo comunque migliore rispetto al dato medio nazionale (34). L'occupazione aumenta in prevalenza nelle industrie Fvg (39) che fanno registrare un dato superiore rispetto a quello medio nazionale, ma aumenta anche nelle imprese del terziario (35,6) per le quali anche l'indicatore Fvg segna una performance migliore rispetto a quella del resto del paese. A utilizzare il Jobs Act è stato nel terziario l’8,9% delle società.

Fabbisogno finanziario
Il Fvg (54 contro una media italiana di 34,5) si colloca al primo posto nel 2015 tra le regioni per la capacità delle imprese nel fare fronte al proprio fabbisogno finanziario. Sia le imprese dell'industria, sia quelle del terziario fanno registrare una performance migliore rispetto a quella media nazionale (industria Fvg 57 su industria Italia 39,3; terziario Fvg 54,6 su terziario Italia 37,2). 

Domanda e offerta di credito
Il Fvg è al secondo posto in Italia con riferimento alla percentuale delle imprese che si sono rivolte al sistema bancario nel corso del 2015 per ottenere un finanziamento, un affidamento o la rinegoziazione di un finanziamento o di un affidamento esistente (27,9% su una media Italia pari al 18,8%). La regione è seconda anche nella percentuale di imprese che hanno visto accogliere la propria domanda da parte del sistema bancario (46,7% su una media Italia del 31,4%). Il Fvg si colloca invece undicesima per quanto concerne il costo del credito, ovvero i tassi di interesse al quale il denaro viene prestato dalle banche alle imprese, e al quinto posto sulle garanzie richieste agli imprenditori a copertura dei finanziamenti concessi. 

Orizzonte 2016
Facendo uguale a 100 il valore aggiunto in regione, il 28,3% è dovuto a lavoratori delle microimprese (fondamentale il contributo degli operatori con uno o due addetti, pari al 13,4% del totale). «Sono le stesse imprese che hanno risentito di più della crisi, che hanno tenuto duro e resistito ma continuano a essere in difficoltà – afferma il presidente regionale di Confcommercio regionale Alberto Marchiori –. Per questo rimarchiamo l’urgenza di provvedimenti di detassazione e semplificazione della burocrazia. Il 90% del terziario continua ad avvertire la pressione fiscale come un vero e proprio impedimento alle possibilità di sviluppo. Lo stesso vale anche per chi riesce ad avere bilanci in positivo».

Perse oltre mille imprese nel 2015 , ma il terziario limita i danni: -175.

In conferenza stampa sono anche emersi i numeri su imprese iscritte e cessate nel 2015. Sono 492 quelle perse a Udine (-120 nel terziario e -372 negli altri settori - fonte infocamere).

«Le cose vanno meglio rispetto al passato, soprattutto per il terziario – il commento del presidente di Confcommercio Trieste Antonio Paoletti –. Rispetto all’emorragia del biennio precedente, il saldo, pur ancora negativo, del terziario fa intravedere segnali di timida ripresa».


 

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