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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Il lockdown non ha frenato la Advan di Amaro: «Raddoppieremo l'occupazione»

L'azienda, specializzata in sistemi implantari innovativi per l’odontoiatria d’avanguardia, annuncia investimenti e nuovi ingressi

«Covid 19 ha rallentato, ma non intaccato gli importanti progetti di crescita e il tempo del lockdown è stato messo a frutto per una significativa innovazione di processo». Così Mario Zearo, presidente e amministratore delegato della carnica Advan, sintetizza il presente e l’immediato futuro dell’azienda che nel quartier generale di Amaro produce sistemi implantari innovativi per l’odontoiatria d’avanguardia. «Apriremo i cantieri a settembre, anziché a giugno come avevamo inizialmente programmato, per il nuovo stabilimento nella zona industriale di Amaro – spiega Zearo –. Un investimento importante e strategico per la vita della nostra impresa, poiché sarà il biglietto da visita adeguato a presentarci anche sui mercati esteri in maniera più sistematica e mirata».

Nuova occupazione

L’aggiornamento del business plan è stato necessario, poiché l’azienda è stata costretta allo stop nel mese di aprile, ma non è stato intaccato nella sostanza perché «gli ordini ci dicono, già da maggio, che il settore sta ripartendo, cioè che i pazienti tornano dal dentista. Le previsioni indicano un ritorno alla completa normalità per fine settembre». La previsione di bilancio 2020 è, infatti, confermata a 1,950 milioni. Attualmente il mercato è diviso tra il 43,6% in Italia e la restante quota, 56,4% all’estero. L’occupazione è destinata a salire: dagli attuali 11 la Advan intende passare a 22 collaboratori. L’azienda, inoltre, continuerà ad investire, circa 3 milioni di euro, da qui al 2021.

Nuove regole

Se durante il lockdown Advan ha rallentato, ciò non ha significato improduttività, poiché l’azienda e, in particolare l’ufficio tecnico, è stato impegnato nell’elaborazione di un’innovazione di processo che Zearo considera «un cambiamento epocale» per le forniture che l’impresa offrirà. Ci stiamo attrezzando cioè – sintetizza l’imprenditore – per essere interlocutori dell’odontoiatria che applica il digital workflow integrale, ovvero l’esecuzione di tutte le fasi, dall’impronta digitale alla corona dentale finita eseguite in ambiente digitale». Una procedura che, prosegue Zearo, «ci porterà a trasformarci da fornitori di un prodotto a fornitori di un trattamento o prodotto-servizio, che assommerà in sé ciò che ora è appannaggio di una pluralità di soggetti». A fronte cioè dell’impronta digitalizzata trasmessa in file, l’azienda fornirà tutto, dal dente alla mascherina per guidare il chirurgo nell’intervento, in un unico kit personalizzato. «Tra le conseguenze positive di una simile rivoluzione – conclude Zearo –, anche la drastica diminuzione delle sedute e dei tempi per un intervento completo. Aspetti non secondari in un tempo che deve fare i conti con il contingentamento dettato dalle regole anti Covid».

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