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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia Martignacco

Crisi Safilo, è muro contro muro tra azienda e lavoratori

Per lo stabilimento di Martignacco e i suoi quasi 250 lavoratori lo spettro della chiusura si fa sempre più concreto

Le posizioni tra Safilo e lavoratori non si avvicinano, nonostante i tentativi di mediazione da parte del ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli. Nell'incontro avuto luogo oggi a Roma Patuanelli ha invitato la proprietà a rivedere il proprio piano industriale, attendendo sviluppi per proporre eventualmente un secondo incontro. 

Niente amministratore delegato

Tra gli argomenti trattati l’apertura del tavolo di coordinamento nazionale, la verifica di tutte le condizioni per poter mettere in campo provvedimenti per evitare la perdita di professionalità e di unità produttive e l'attendere il procedere delle trattative prima di prendere decisioni definitive in merito al futuro dei dipendenti. L’azienda si è però presentata a Roma senza l'amministratore delegato Angelo Trocchia, ma "solo" con i responsabili di produzione e risorse umane. Il fatto ha indispettito notevolmente il ministro, e palesa in qualche modo l'interesse scarso per la questione. 

Il sindaco

Nonostante tutto è fiducioso il primo cittadino di Martignacco. "Un tavolo – commenta Gianluca Casali – che apre a nuove possibilità, ma che soprattutto concede del tempo per rivedere il piano industriale in base alle nuove strategie proposte da Patuanelli, pensando a un futuro dedicato alla riconversione soprattutto per Martignacco o nel ritrovare imprenditori pronti per rilevare l'azienda e pensare a un rilancio".

Safilo, i dipendenti fuori dal Mise

Bini

"La Regione – ha dichiarato l'assessore alle attività produttive Sergio Emidio Bini – è al fianco dei lavoratori di Safilo e condivide, al fine di garantire la maggior tutela alle 226 persone assunte nello stabilimento di Martignacco, la richiesta delle organizzazioni sindacali di fare ricorso ai contratti di solidarietà in luogo della cassa integrazione straordinaria proposta dalla proprietà. L'Amministrazione sollecita inoltre un confronto permanente tra tutti i soggetti interessati con l'obiettivo di scongiurare l'adozione di decisioni unilaterali che possano precludere l'individuazione di percorsi condivisi a soluzione della crisi."

Rizzetto

“Dopo l’odierno incontro al Mise non registro alcuna disponibilità da parte dell’Azienda che, di fatto, chiude ad ogni possibilità per lo stabilimento di Martignacco – dichiara Walter Rizzetto di Fratelli d'Italia –. Ritengo che dopo la perdita di commesse e licenze, che invece altri player acquisiscono, la soluzione non sia gettare la spugna e lasciare a casa 250 persone ma riproporre un virtuoso piano industriale e rilanciarsi anche a costo di rimetterci un po' di denaro per qualche mese".

Serracchiani

"Chiediamo che il governo, come confermato oggi in commissione Lavoro dal sottosegretario Stanislao Di Piazza, intervenga tempestivamente utilizzando tutti gli strumenti che ha a disposizione, tra cui i contratti di solidarietà, per tenere in vita il sito industriale di Martignacco. Questo per permettere la salvaguardia dell’occupazione e favorire eventuali acquisizioni o subentri di altri soggetti” ha commentato la parlamentare del Pd Debora Serracchiani.

De Carlo e Sut

"Un tavolo di crisi che abbiamo richiesto fin dal principio, a seguito dei numerosi incontri sul territorio sia con le parti sindacali che con i lavoratori, con i quali al termine dell'incontro odierno abbiamo nuovamente aperto un confronto". Lo dichiarano in una nota i deputati M5S del FVG, Sabrina De Carlo e Luca Sut"Ribadiamo nuovamente che il settore industriale di riferimento non ha subito un calo considerevole dei profitti al punto da giustificare una riduzione della forza lavoro nello stabilimento di Martignacco, tanto meno la definitiva chiusura. Appare, pertanto, inaccettabile che la proprietà abbia annunciato esuberi per 700 unità dei quali 250 sono da rintracciare a Martignacco", spiegano i deputati M5S. 

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