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In Fvg 45mila disoccupati e 35mila giovani che né studiano né lavorano

Il segretario regionale della Cisl Fvg, Alberto Monticco: “45mila disoccupati richiedono azioni e risposte concrete”

Quarantacinquemila disoccupati, a cui vanno aggiunte le circa 10mila persone impiegate in aziende in crisi, che hanno attivato procedure come la cassa integrazione o le ferie forzate; 35mila giovani che non studiano né lavorano e che rimangono “socialmente esclusi”: vale a dire circa 90mila persone che in Friuli Venezia Giulia scontano non solo le varie crisi di mercato, ma soprattutto l’inerzia di una politica incapace di immaginare e realizzare strategie industriali concrete e di prospettiva.
Il segretario regionale della Cisl Fvg, Alberto Monticco, dal consiglio generale del Sindacato, riunito stamani a Cividale alla presenza di Annamaria Furlan, non ci sta ad usare mezzi termini: “Oltre alle crisi già segnalate da tempo, solo in questi ultimi giorni se ne sono aggiunte altre due, Kipre di San Dorligo della Valle e Safilo di Martignacco, esempio lampante dell’inefficacia dell’azione politica: cosa si vuole aspettare ancora per avviare politiche industriali degne di tale nome nella nostra regione, così come per avere un tavolo permanente con gli assessorati di industria e lavoro?”. “La soluzione alle crisi – incalza Monticco – non può certo essere quella di travasare i lavoratori da un’azienda all’altra, come si è tentato di fare con Eaton e come si vorrebbe fare con i lavoratori della Ferriera di Servola, verso Fincantieri. Ora attendiamo di vedere come funzionerà il Piano Sviluppo Impresa. Ringraziamo l’assessore Bini per la sua presenza oggi e per il confronto mantenuto, ma, inutile nascondere, che avremmo preferito una maggiore rapidità nella realizzazione del provvedimento. Bene, invece, l’apertura che ha voluto dare rispetto alla necessità di lavorare assieme per prevenire nuove ulteriori crisi e trovare soluzione a quelle in corso”.

C’è poi un’altra amara constatazione da fare, senza volere alimentare polemiche o guerre fra stabilimenti e sapendo che tutti i lavoratori vanno tutelati e difesi: ancora una volta, dopo il caso Ideal Standard, quando c’è da chiudere uno stabilimento fra Veneto e Friuli Venezia Giulia, si chiude quello in casa nostra. Pura casualità? Parametri produttivi? Colpa delle infrastrutture non adeguate? Colpa della nostra classe politica (sia l’attuale, sia la precedente, visti i casi)?” – si domanda Monticco.

Allo stato dell’arte – si legge in una nota della Cisl Fvg – quello che chiediamo, anche assieme a Cgil e Uil, è un’inversione di rotta e l’apertura di un tavolo di concertazione con la Regione su cui poter discutere in maniera sistemica degli orientamenti globali della Giunta, della sua idea di società, di inclusione, di sostegno alla persona, di sviluppo, andando a costruire percorsi reali e concreti di sostegno alle persone, attraverso politiche passive e soprattutto attive, e una forte tutela socio-assistenziale.
Si tratta di un passaggio fondamentale che manca da due anni a questa parte – spiega ancora Monticco – e la cui assenza va ad incidere pesantemente non solo sulla situazione occupazionale complessiva, ma anche sulla tenuta sociale del Friuli Venezia Giulia, considerando anche che le maglie della povertà si stanno drammaticamente allargando, richiedendo servizi di accompagnamento e interventi ben più strutturali di quelli previsti dalla Finanziaria regionale e senz’altro più efficaci del reddito di cittadinanza”. 

Quanto all’altro grande pilastro del bilancio, ovvero la sanità, per la Cisl restano intatti alcuni nodi da sciogliere: così la questione del taglio nazionale dell’1,4% del personale sanitario, con il Sindacato in appoggio al ricorso presso la Corte Costituzionale e agli emendamenti presentati trasversalmente dai parlamentari regionale, ma anche le annose questioni che riguardano, in particolare, i nuovi assetti aziendali derivanti dalla fine dei commissariamenti, la continuità assistenziale e l’assistenza territoriale e socio-sanitaria, le liste d’attesa, gli accessi al pronto soccorso, l’auspicata e fattiva integrazione tra ospedale e territorio.

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