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Anche le nocciole friulane nella sfida tra le creme spalmabili

È boom per questi prodotti, ma la produzione nazionale soddisfa solo in minima parte il fabbisogno delle industrie dolciarie

La competizione tra i colossi delle creme di nocciole suggerisce anche alle imprese agricole del Friuli Venezia Giulia di guardare alla corilicoltura come valida alternativa. Fra pochi giorni, mercoledì 5 febbraio, si celebrerà il World Nutella Day, promossa dalla Ferrero. La nota azienda di Alba ha chiuso il 2019 con un aumento degli utili del 9%, anche grazie a nuovi prodotti preparati con la celebre crema come i Nutella biscuits. E la stessa marca nel 2019, secondo una classifica stilata da Il Sole 24 Ore, è tornata a vincere la classifica “Best Brands 2019”, superando la Ferrari. Più recentemente un altro gigante dell’alimentare italiano, il gruppo Barilla attraverso il marchio Mulino Bianco, è entrato in questo segmento di mercato lanciando la Crema Pan di Stelle e i Biscocrema, per altro prodotti proprio nella nostra regione in uno stabilimento dolciario di Gorizia.

A fronte di questo successo e di tale business in netta crescita, la produzione corilicola dell’Italia occupa il secondo posto a livello mondiale, fornendo circa il 12% della materia prima al mercato. Un numero di ridotta rilevanza se si considera che la quota del 70% è detenuta dalla Turchia, senza le cui nocciole non si potrebbe produrre le creme amate dagli italiani ed esportate anche all’estero. La produzione in Italia è circoscritta al Lazio, che domina il mercato nazionale con circa 45mila tonnellate di nocciole l'anno, quasi tutte in arrivo dalla provincia di Viterbo, segue la Campania con 39mila, il Piemonte con 20mila e poi la Sicilia. Troppo poco per garantire alle industrie del Paese l'autosufficienza. 

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E il Friuli Venezia Giulia? Anche se nell’ultimo biennio la superficie coltivata a noccioli è raddoppiata, gli ettari attualmente dedicati si stimano essere soltanto 250 e l’anno scorso il raccolto è stato di circa 7 tonnellate. Esiste, però, un nucleo di produttori, associati alla “Nole Fvg", che potrebbe svolgere un ruolo propulsore per questo settore.

“I terreni e il clima del Friuli – sostiene il portavoce Diego Vidoni – sono ideali per la nocciola e qui il prodotto riesce a rispettare alti standard qualitativi. All’industria dolciaria ciò non è passato inosservato ed è per questo che lavoriamo assieme ad aziende leader, come Loacker, per la fase dell’approvvigionamento. Per riuscire ad attivare strumenti di aiuto alle aziende, siano esse già presenti nella nostra rete, sia quelle che si vorranno aggiungere in futuro, è importante lavorare sinergicamente”.

“Le possibilità offerte da realtà aziendali strutturate e affermate come leader nel mercato internazionale - rileva l’Assessore regionale alle Risorse agroalimentari Stefano Zannier - danno un’interessante possibilità di diversificazione produttiva che potrebbe risultare utile a intraprendere la strada della sostenibilità aziendale per i nostri imprenditori agricoli”.

L’appello è quindi per uno sforzo congiunto al rafforzamento della filiera della nocciola friulana. La creazione di un’unica struttura che raggruppi tutti i coltivatori in regione chissà che non possa poi, in futuro, farci assaporare una crema di nocciole made-in-Fvg.
 

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