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Caldo e siccità hanno modificato la produzione regionale di mele

In futuro sarà necessario riflettere sulla sostenibilità degli attuali modelli colturali: i cambiamenti climatici porteranno a una variazione sulla tipologia di prodotti seminati anche in Friuli Venezia Giulia

Quest'anno nella nostra regione la melicoltura ha interessato 1.294 ettari (dati di Agea), circa 1,8% in meno rispetto al 2021. Al momento la produzione stimata è di 729.816 quintali, nonostante le alte temperature che hanno caratterizzato gran parte della stagione produttiva, causando forti stress alle piante. Se la produzione di mele della nostra regione potrebbe risultare di poco inferiore per quanto riguarda la quantità, certamente sul fronte della qualità ci saranno mele di alto livello.

Siccità

Questo settore, con tutta probabilità, è tra quelli che ha sofferto meno per la siccità, ma ciò è dovuto principalmente all'elevato livello di specializzazione della produzione e agli investimenti compiuti sui sistemi di irrigazione, che hanno consentito di garantire il corretto apporto d'acqua. Guardando al futuro sarà quindi necessario anche per altre produzioni adottare un uso di precisione della risorsa idrica. Per quanto riguarda le temperature elevate, che hanno spesso impedito la fecondazione o causato l'aborto di alcuni tipi di colture, come la soia, si presenta la necessità di effettuare un'analisi sulla sostenibilità futura degli attuali modelli colturali. I cambiamenti climatici non favoriranno le culture che richiedono elevatissime quantità d'acqua proprio nei periodi di maggiore siccità, quindi per garantire che l'agricoltura del Friuli Venezia Giulia rimanga competitiva sarà molto probabilmente necessario attuare una variazione sulla tipologia di prodotti seminati. 

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