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Economia

Allarme siccità, a rischio il vino friulano?

In collina le viti, nell’ultimo ventennio, hanno perso il 15% del prodotto a causa dei mutamenti climatici. Al via nei Colli Orientali il progetto “Irrigazione vigneti” per individuare invasi d’acqua

Due mesi di siccità in pieno inverno, in una delle regioni più piovose d’Italia, forse non si erano mai visti. Un fenomeno dannoso per l’agricoltura di cui il Consorzio di Bonifica Pianura Friulana aveva lanciato l’allerta. Le pioggerelle delle scorse settimane, purtroppo, non hanno rattoppato i danni ormai subiti dalla terra. E, a conferma del cambiamento climatico in atto oramai da anni, la stessa siccità l’hanno vissuta, in estate, i nostri viticoltori; per aiutarli, in futuro, a non restare più a secco d’acqua, l’ente ha attuato un progetto - in collaborazione con le Università di Udine e Tel Aviv, finanziato dalla Regione per 300mila euro - che sta mappando i Colli Orientali al fine di individuare invasi d’acqua utili all’irrigazione dei vigneti.

IRRIGAZIONE VIGNETI: IL PROGETTO. Presentato dal Consorzio Bonifica Pianura Friulana a Comuni (sono interessati dalla sperimentazione Corno di Rosazzo, Buttrio, Cividale, Premariacco, Manzano, San Giovanni al Natisone) e ai viticoltori, in collaborazione con il Consorzio Colli Orientali, lo studio ha mappato il territorio (l’indagine idrogeologica è stata affidata alle società Idrostudi e Geomok per l’individuazione i siti idonei per la possibile collocazione dei invasi), tenendo conto di una fonte irrigua economicamente sostenibile (non pozzi), come un canale o un corso d’acqua che lo alimenti (per esempio una cava) nel modo più naturale possibile. I tecnici hanno stabilito che i siti potenziali nei sei comuni sono circa una dozzina; potrebbero essere interessati circa una decina di viticoltori per ogni comune. Oltre alla disponibilità di acqua per l’irrigazione, tra i pro figura la possibilità di sfruttare il “laghetto” per creare un indotto di turismo a basso impatto ambientale. In Friuli-Vg sarebbe il primo progetto di questo tipo.
 
I DANNI DELLA SICCITÀ IN FVG. Considerando l’ultimo periodo di stagioni “tropicalizzate”, il Consorzio Friuli Colli Orientali ha rilevato che, fra primavere siccitose ed estati molto torride, la perdita media di produzione d’uva si attesta intorno ai 12 quintali ad ettaro sugli 80 quintali di produzione media. In collina le viti, nell’ultimo ventennio, hanno perso il 15% del prodotto a causa dei mutamenti climatici. La situazione è drammaticamente peggiorata nell’ultimo periodo: la percentuale è infatti ancora più alta e il trend sarà superiore. “Negli ultimi 20 anni la media perdita del prodotto legata alla siccità è aumentata, soprattutto nell’ultimo periodo, e la tendenza sarà sempre più negativa - afferma il direttore del Consorzio Bonifica Pianura Friulana Massimo Canali -. Siccità significa anche perdita della qualità del prodotto, che viene meno soprattutto su certi vini”. “Per fare agricoltura di qualità serve acqua – sintetizza il vicepresidente Tiziano Venturini -. Una necessità che emerge nell’area collinare, e che 30 anni fa non era neanche immaginabile in Friuli”.
 
I PRO DEL PROGETTO. Ma qual è la convenienza economica della realizzazione di un impianto d’irrigazione a goccia? Il Consorzio dei Colli Orientali ha stabilito di quanta acqua necessitano i vigneti dei Colli Orientali. Il costo complessivo di gestione annua di un ettaro a vigneto rientrante nel progetto consortile (quota complessiva ad ettaro tra ammortamento ed utilizzo medio dell’acqua) ammonta a 200 euro in 30 anni (la vita media di un vigneto). L’impianto di irrigazione ipotizzato risulta quindi conveniente rispetto alla perdita media di prodotto. Aumenterà infatti il valore economico del vigneto dal 10 al 15% e la produttività qualitativa, con la garanzia di una produzione costante, anche in annate siccitose. Inoltre, la possibilità di effettuare la fertirrigazione permette l’utilizzo di una concimazione mirata, con un miglioramento qualitativo e quantitativo dell’uva prodotta.

IL FUTURO. Il progetto friulano, che prende le mosse dall’esperienza israeliana, è online sul sito dell’ente di bonifica friulano, a disposizione di tutti coloro che vorranno apportare il proprio contributo con suggerimenti e integrazioni. Laddove emergerà l’interesse delle aziende vitivinicole, lo studio si concentrerà su un sito in particolare, di cui si valuteranno costi e benefici. “Tutto dipende dalla volontà dei proprietari a partecipare alla gestione dell’irrigazione, per i quali si cercheranno comunque finanziamenti - specifica Venturini -. L’attuale impegno è di costituire un Comitato promotore che raccolga firme tra i viticoltori, da presentare poi ai rispettivi comuni, per portare avanti l’istanza alla Regione, la quale a sua volta si prenderà carico della fattibilità anche dal punto di vista economico, per poi dare delega amministrativa al Consorzio che provvederà alla realizzazione dei invasi irrigui e delle opere di adduzione”.

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