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Economia

Dal prosciutto di San Daniele al frico: l'agroalimentare friulano si presenta agli Usa

Grazie al punto Eataly di New York, per un pomeriggio è stato possibile apprezzare il meglio delle eccellenze made in Fvg

"An afternoon in Friuli Venezia Giulia", un pomeriggio alla scoperta dei prodotti più autentici del nostro agroalimentare, frutto di "una straordinaria
combinazione tra tradizioni e innovazione in un territorio all'estremo Nord-Est d'Italia che gode di un clima speciale, grazie alla vicinanza sia al mare che alla montagna".

Questo l'invito che Eataly di New York, lo sterminato megastore del gusto "tricolore" che l'industriale piemontese Oscar Farinetti ha aperto sulla Quinta Strada, proprio nel cuore della Grande Mela, ha rivolto a tutti i suoi visitatori e clienti.

Per un intero pomeriggio, dalle 14 alle 18 ora locale di lunedì 5 ottobre, le nostre eccellenze sono state protagoniste, attirando la curiosità di grandi e piccini: dal prosciutto di San Daniele alle trote affumicate, al frico. Il tutto accompagnato da alcuni tra i migliori vini. Un evento ad entrata libera "per scoprire il sapore della tradizione". Così era indicato da giorni sul sito web di Eataly New York.

In precedenza, presente al completo la delegazione del Friuli Venezia Giulia guidata dalla presidente, Debora Serracchiani, è stata organizzata una degustazione guidata, rivolta ad un pubblico specializzato, che ha potuto assaggiare una serie di pietanze preparate su ricette di Lidia Bastianich, cuoca, scrittrice e personaggio televisivo, che nei giorni scorsi ha cucinato anche per Papa Francesco.

"Le nostre iniziative di promozione del Friuli Venezia Giulia sul mercato statunitense si inquadrano - ha sottolineato Serracchiani - nel piano per l'internazionalizzazione che stanno attuando, congiuntamente, il ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali e il ministero per lo Sviluppo economico".

"Il nostro comune obiettivo è di sostenere l'export e, parallelamente, di contrastare l'Italian sounding, ovvero l'utilizzo di denominazioni geografiche, immagini e marchi che evocano l'Italia per promuovere e commercializzare prodotti che con il nostro Paese nulla hanno a che fare. Una forma eclatante di concorrenza sleale e truffa a danno dei consumatori, che interessa soprattutto proprio l'agroalimentare", ha aggiunto.

Proprio nei giorni scorsi il ministro Maurizio Martina, sempre da Eataly New York aveva annunciato il "segno unico distintivo del made in Italy agroalimentare" ("The extraordinary Italian taste"). ll 12 ottobre, in occasione del Columbus Day, partirà una campagna contro il falso made in Italy con investimenti per 50 milioni di euro.

"Siamo riusciti a costruire importanti rapporti commerciali dando un supporto istituzionale, perché le nostre imprese che cercano di espandersi all'estero non devono essere lasciate sole. Gli Stati Uniti sono per il Friuli Venezia Giulia uno dei mercati più importanti all'infuori dell'Europa. Non solo per l'agroalimentare. Per questo - ha sottolineato Serracchiani - siamo venuti qui con i nostri centri di ricerca e le Università perché vogliamo stringere utili relazioni.

Nell'occasione il presidente della Camera di commercio di Udin Giovanni Da Pozzo ha ribadito l'impegno - sviluppato in sinergia con gli enti camerali di Trieste, Gorizia e Pordenone - all'internazionalizzazione "in tutto il mondo, perché ormai l'export si rivolge anche a Paesi che hanno norme e consuetudini del tutto diverse da quelle italiane ed europee ma che comunque sono assai interessati alle eccellenze della nostra realtà. Non solo l'agroalimentare ma anche meccanica e legno-arredo. Un compito che svolgiamo anche grazie all'aiuto della Regione", ha concluso, ringraziando la presenza della presidente Serracchiani in questa importante iniziativa.
 

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