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Via le auto, in regione solo treni e biciclette. La proposta rivoluzionaria di un cittadino

Spinto dal bisogno di ridurre l'inquinamento prima che l'impatto sia irreversibile e spronato dalla morte di un amico ciclista, Pier Paolo De Biasio ha steso un progetto completo di costi/benefici

Rivoluzionare il nostro approccio alla mobilità, verso modi più sostenibili, si può. E a dirlo non è solo l’ormai nota Greta Thunberg, ma anche un attivista “made in Friuli” che da tempo lavora su un progetto che ambisce a cambiare completamente il sistema della mobilità nella nostra regione. Lui è Pier Paolo De Biasio, funzionario regionale, che non solo ha creato una petizione che tutti possono sottoscrivere, ma ha anche deciso di bussare direttamente alle stanze del potere, richiedendo appuntamenti con assessori e ministro competenti, progetto alla mano.

L'idea

La finalità del progetto di De Biasio è quello di cambiare l’attuale assetto dei trasporti in Fvg, attualmente basato sull’auto privata, anche nelle principali direzioni di spostamento di massa. L’idea è quella di creare nuovi collegamenti e implementare quelli esistenti. Intanto su binari per il mare, con una nuova linea Latisana – Lignano in treno (da tratta Latisana-Precenicco a rotonda d’ingresso) o in alternativa un tram da autostazione di Latisana e poi una linea Cervignano – Grado in treno (da Udine a Cervignano, fino a Terzo di Aquileia sulla linea esistente e poi in tram). Ma anche l’aumento delle corse per la montagna, sulla linea Udine – Tarvisio e la Sacile – Gemona, ripristinando la linea Carnia – Tolmezzo per tram, prolungando il servizio fino autostazione e ospedale.L’idea è anche quella di implementare il servizio metropolitano nell’hinterland udinese e periferia. Innanzitutto lavorando sulle linee ferroviarie esistenti, come le littorine frequenti che secondo il progetto dovrebbero fermare in tutte le stazioni (Basiliano – Udine – Manzano; Terzo di Aquileia – Cervignano – Udine; Udine – Tarcento), con conseguente eliminazione di tutti i passaggi a livello residui e collocazione di barriere fono assorbenti dove serve e, nelle nuove fermate, servizio di bike sharing.

In città

Non è necessario solo rinforzare i trasporti pubblici fuori dai centri urbani ma, per limitare l'uso delle auto in città e nell'hinterland, De Biasio ha pensato anche a potenziare i mezzi nelle aree urbane. Nel progetto sono presenti linee tranviarie da nuova fermata ferroviaria di Paderno a Terminal Nord e da lì una linea verso Università, Stadio, Parco Cormor, Città Fiera e Martignacco e una verso Feletto, SS13, Reana e Stazione FS di Tricesimo, ovvero le principali destinazioni per chi parte da Udine.

Servizi aggiuntivi

Il progetto prevede l’integrazione dei servizi ferroviari con bus elettrici, ibridi o a metano di coincidenza treni e un servizio sperimentale di trasporto autovetture con occupanti all’interno. Inoltre è prevista la produzione di energia elettrica, dove sia possibile, con coperture fotovoltaiche sulle pensiline e pannelli che alimentino i treni per un immediato autoconsumo

I tempi e i costi

Siccome sognare è gratis, ma realizzare un progetto no, De Biasio ha pensato anche a tutti i dettagli ipotizzando che in questa legislatura si possa fare un progetto preliminare con valutazione costi/benefici e una procedura partecipata, oltre che l’adeguamento ai piani relativi alla mobilità. Dal 2023, in un tempo massimo di 20 anni, il via al progetto esecutivo, appalti e attuazione. I chilometri interessati dai lavori sarebbero così circa 116 divisi in 50 di nuove linee e 66 di implementazione e migliorie. Ovviamente un progetto di questa portata avrebbe un costo altissimo, che al momento si aggira intorno ai 35 milioni all’anno. De Biasio ha pensato a una compartecipazione tra pubblico e privato, locale, nazionale ed europeo.

Le motivazioni

Ridurre alla fonte gli effetti negativi del traffico stradale, ricreare un benessere sociale e costruire un richiamo turistico e trarre vantaggio da grandi opere internazionali come il Corridoio V Lisbona – Kiev e la Nuova via della seta. Lo sprone definitivo che ha spinto De Biasio a presentare questo articolatissimo progetto, è stato un fatto molto personale. Un anno fa un suo caro amico è stato investito e ucciso da un’auto mentre percorreva in bicicletta viale Monsignor Nogara. Un fatto che ha colpito molto De Biasio, che sapeva che l’amico era solito usare la bicicletta per ridurre l’inquinamento atmosferico e che è al corrente del fatto che le morti di ciclisti in regione sono intorno alle 70 all’anno,

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