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17 ore e 4 treni per raggiungere Vienna da Udine, il racconto del viaggio da incubo

Circa 150 passeggeri del treno OBB Railjet diretto da Venezia alla capitale austriaca hanno vissuto una situazione di grande disagio. A raccontarci quanto accaduto l'udinese Silvia Gomba, che viaggiava con la figlia 17enne: "Ci hanno abbandonate"

Doveva essere una mini vacanza da sogno in un'affascinante città europea, quella di Silvia Gomba e di sua figlia Sofia, ma ieri sera si è concretizzata in un incubo. Madre e figlia sono partite da Udine con il treno OBB, diretto da Venezia a Vienna. Fino alla prima ora di viaggio tutto bene, poi – per loro due e per gli altri 150 passeggeri del convoglio – l'inizio di fortissimi disagi. Tra cambi di treni, attese infinite, pullman sostitutivi, freddo glaciale, mancanza di corrente elettrica e assistenza inesistente da parte del personale delle ferrovie austriache ci sono volute quasi 17 ore, al posto delle sei previste, per raggiungere la capitale austriaca. "E abbiamo pure perso i soldi della prima notte in albergo" ci racconta, sfogandosi, Silvia.

La partenza da Udine

"Siamo partite da Udine alle 17 e 44 in perfetto orario, con un treno RailJet che avrebbe dovuto portarci a Vienna, direttamente senza cambi in sole sei ore a Vienna – spiega Silvia –. Quando siamo arrivati a Tarvisio Boscoverde però è successo qualcosa di strano. Il mezzo si è fermato per non ripartire più. Dopo qualche minuto di attesa c’è stato comunicato che saremmo dovuti scendere per salire su un altro convoglio che si trovava già in stazione". Quello che ancora i passeggeri diretti a Vienna non sanno in quel momento è che in stazione a Tarvisio ci sono i passeggeri diretti a Venezia e provenenti da Vienna. Il loro treno ha avuto un guasto e il personale delle ferrovie austriache ha deciso di farli salire sul treno diretto verso la capitale e invertirne la marcia per portarli a destinazione. Così le carrozze dirette originariamente a Vienna tornano a Venezia e quelle destinate a Venezia accolgono i passeggeri partiti qualche ora prima dalla città lagunare e quelli saliti sucessivamente più a nord. Il fatto verrà scoperto più tardi, quando il treno "nuovo" e guasto non ripartirà più.

Il secondo treno

Silvia prosegue nel racconto. "Quindi ci siamo spostati tutti quanti sul nuovo treno. All’inizio sembrava tutto regolare ma, nel giro di poco tempo, prima si è spento riscaldamento, poi è andata via completamente la luce. Ci siamo così ritrovati al buio e al freddo. Anche i bagni non erano agibili, bisognava scendere e usare quelli della stazione". Passa il tempo e ai passeggeri non viene data alcuna comunicazione. "Avevamo visto tre addetti del personale delle ferrovie austriache alla partenza ma, in quel momento, non erano più reperibili. Non avevamo idea di dove fossero. Almeno noi non siamo riuscite a trovare nessuno". A quel punto Silvia, preoccupata dal tempo che scorre senza alcuna notizia, prova a rivolgersi agli agenti di Polizia presenti in stazione, che però non sanno nulla della vicenda. Anzi, devono intervenire perché a qualcuno dei passeggeri viene rubato lo zaino. Le ricerche non danno nessun esito. "Finalmente una signora molto gentile della OBB – dice Silvia – ci spiega che stanno per arrivare due motrici che potranno far ripartire il treno in direzione di Vienna e, quindi, ci rassicuriamo un po’ e speriamo che la situazione disagevole finisca in breve tempo". Qualcosa va di nuovo storto. Arrivano le due motrici, ma non si riesce a far ripartire il quadro elettrico. Ormai è passata mezzanotte.

Il passaggio a Villach

"Sempre l'addetta delle ferrovie austriache che ci aveva informato dell'arrivo delle motrici – continua Silvia – ci dice che, viste le difficoltà a ripartire, sono in arrivo dei pullman che ci trasferiranno fino a Villach, dove ci sarà un treno (il terzo) con cuccette che ci porterà a destinazione". In realtà di pullman ne arriva uno soltanto. "Eravamo in 150 passeggeri. Sono stati necessari tre viaggi dello stesso mezzo per portarci tutti a Villach. Ci sono volute delle ore. Nel primo viaggio sono saliti anziani e bambini, nel secondo siamo riuscite a salire mia figlia e io e, infine, c'è stato un terzo viaggio". A quel punto tutti i passeggeri si trovano sul nuovo treno che è riscaldato, illuminato e con i bagni funzionanti. Ma senza cuccette e immobile. L'incubo sembra non avere fine. "Eravamo ancora fermi, in stazione a Villach, senza che nessuno dicesse nulla". Ormai erano le cinque del mattino.

L'arrivo a Vienna

Appena passate le cinque del mattino viene emessa una nuova comunicazione, lapidaria. Tutti giù dal treno per salire su un regionale (quarto treno) che li porterà in altre cinque ore a destinazione. Così i passeggeri eseguono e partono. L'arrivo in stazione a Vienna avviene intorno alle 10 e 30 del mattino di oggi, venerdì 8 dicembre. "Non mi è mai successa una cosa simile, quasi 17 ore in balia del destino, senza assistenza e senza nessun aiuto – aggiunge Silvia mentre disfa i bagagli nella camera d'albergo che aveva prenotato per tre notti in città, saltando la prima per i disagi subiti –. Alcuni passeggeri austriaci dicevano che, siccome in Austria non succede mai nulla e funziona sempre tutto come un orologio, quando c'è un'emergenza non sanno minimamente come affrontarla. In questo caso è andata proprio così". E conclude: "Abbiamo perso almeno mezza giornata della nostra vacanza, che è di tre giorni. Già domenica saremo di ritorno a Udine. Senza contare la spesa della prima notte in un hotel in cui non abbiamo dormito e tutti  gli altri inconvenienti. Speriamo che almeno sia prevista una qualche forma di rimborso per aver vissuto tutta questa situazione davvero impegnativa e difficile".

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