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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Centro di accoglienza migranti: ecco come si lucrava imbrogliando lo Stato

Le accuse sono di associazione a delinquere, peculato, frode in pubbliche forniture, falso e favoreggiamento: indagini delle Fiamme Gialle di Udine su un'attività dell'isontino

Un centro di accoglienza immigrati, per il quale il Ministero dell’Interno sosteneva specifici oneri economici per l’accoglienza e il mantenimento dei cittadini extracomunitari ospitati, nascondeva - nella sua attività - una serie di truffe, accertate dalla Guardia di Finanza. 

Le fiamme gialle di Udine hanno notificato a diverse persone e a 4 soggetti giuridici, un provvedimento di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Procura della Repubblica di Gorizia.

Le attività criminose venute alla luce grazie alle indagini sono diverse:
la sussistenza di reati di natura associativa posti in essere con un sistema organizzato di comportamenti volti ad ottenere l’erogazione di denaro pubblico apparentemente “legittimo” per la liquidazione delle fatture di volta in volta presentate alla Prefettura di Gorizia per i servizi resi (con la quale l’ente no-profit aveva una convenzione), risultate tuttavia fraudolentemente “incrementate” ed omettendo, nel contempo, di fornire beni e servizi ai migranti (carte telefoniche prepagate, sigarette, pocket money e acqua) contrattualmente convenuti.

Tali condotte, peraltro, erano state poste all’attenzione pubblica con inchieste giornalistiche messe in onda da due note trasmissioni televisive nazionali e hanno già portato al rinvio a giudizio presso il Tribunale di Gorizia di 11 persone (dirigenti e dipendenti della onlus, nonché pubblici funzionari) per fattispecie di truffa ai danni dello Stato per indebiti rimborsi ottenuti dalla Prefettura di Gorizia per 2.300.000 Euro.

Il denaro delle famiglie dei migranti:
Un ulteriore caso di frode in pubbliche forniture per aver fornito agli ospiti della struttura 375 materassi, pagati dalla Prefettura come ignifughi, ma che in realtà, dai riscontri eseguiti (anche presso la società produttrice) non avevano mai avuto tale certificazione; fattispecie di peculato, commesse dal responsabile locale della onlus e altri tre dipendenti che si erano indebitamente appropriati di oltre 88.000 Euro inviati dall’estero (tramite circuiti di money-transfer) dai familiari agli ospiti della struttura che venivano tuttavia “intermediati” dal citato personale dell’ente no-profit senza poi consegnarli ai cittadini extracomunitari destinatari delle somme.

La truffa dell'acqua:
La commissione di violazioni fiscali attraverso l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti al fine di conseguire risparmi fiscali nell’ambito della gestione della struttura di accoglienza. In particolare l’ente no-profit acquistava bottiglie di acqua, destinata agli ospiti, da una società di Pordenone che provvedeva direttamente al loro materiale trasporto e consegna a Gorizia. L’acqua acquistata a Pordenone, tuttavia, veniva invece “formalmente” ceduta a una società slovena (imprenditorialmente inesistente) che poi la “rivendeva” in Italia all’ente stesso. Tale fraudolenta “triangolazione” consentiva di evadere l’I.V.A. godendo delle agevolazioni che escludono l’applicabilità dell’imposta in presenza di vendite all’estero, (nel caso della specie, operate solo “cartolarmente”) relativamente alla fornitura di 31.248 bottiglie di acqua.

Sono state, infine, contestate fattispecie di favoreggiamento e di falso attinenti alla segnalata vicenda processuale che vede attualmente imputati alcuni amministratori della Onlus per reati di truffa presso il Tribunale di Gorizia. Le indagini condotte hanno, tra l’altro, permesso di rilevare che gli avvocati di alcuni indagati avevano, in sede di udienza preliminare, esibito alcune fatture, giustificanti l’acquisto di schede telefoniche prepagate,
risultate poi inveritiere.

Il provvedimento di chiusura delle indagini preliminari risulta notificato complessivamente a 21 persone fisiche e 4 soggetti giuridici (tra quali la onlus) per reati di associazione a delinquere, fiscali, peculato, frode in pubbliche forniture, falso e favoreggiamento.
L’attività investigativa, delegata dalla Procura della Repubblica di Gorizia alla Guardia di Finanza nei confronti dell’ente no-profit indagato (in relazione ad altre annualità) è in fase di ulteriore prosecuzione.

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