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Si arrampica per tre metri sul muro del carcere: rocambolesco tentativo di evasione dal carcere

L'episodio è successo nella casa circondariale di Udine: un uomo di origine albanese è stato bloccato provvidenzialmente dalla polizia penitenziaria

Un detenuto, cittadino di origine albanese, ha messo nei giorni scorsi in atto un rocambolesco tentativo di evasione, a poche decine di minuti dalla riapertura della sorveglianza dinamica al carcere di Udine. Parte dalla segretaria regionale per il Trieneto del Sippe, sindacato della polizia penitenziaria, Federica D’Amore, la denuncia di un fatto accaduto all'interno della casa circondariale di Udine. Nella nota si spiega “il detenuto in questione si trovava da solo a fruire dell’ora d’aria in un cortile separato dagli altri detenuti, con i quali non poteva incontrarsi a causa di precedenti contrasti con loro”.

I fatti

A quanto si è parreso, erano circa le 9.30 del mattino quando il Poliziotto Penitenziario che si occupa del controllo dei detenuti che lavorano nella cucina del carcere, casualmente si accorge dalle telecamere che il detenuto in questione si stava arrampicando sul muro che delimita il cortile. Da quanto fa sapere la nota del Sippe, "la corsa all’interno del reparto è stata immediata". Insieme al responsabile del reparto si sono recati all’esterno dove l'uomo già aveva raggiunto il muro ad un'altezza di più di tre metri.
È bastato uno sguardo ai due Poliziotti per capire che avrebbero dovuto seguirlo in cima al muro, e così hanno fatto, con grande coraggio, professionalità e sangue freddo, raggiungendolo e riuscendo a bloccarlo”.
L'uomo avrebbe facilmente raggiunto il tetto ma, continua la D’Amore, “i poliziotti sono riusciti a farlo desistere, convincerlo che non era più possibile proseguire e, allertato un altro collega che ha sistemato dei materassi di protezione, sono poi riusciti a farlo scendere mettendo sia il ristretto che loro stessi in sicurezza“.

Il problema sicurezza

Una situazione che, secondo il SIPPE, si sarebbe potuta evitare; “proprio ieri abbiamo inoltrato delle note alla Direzione di Udine per denunciare che il riavvio della vigilanza dinamica, dopo la chiusura dovuta al COVID-19, doveva essere comunicato e concordato
con congruo anticipo con le organizzazioni sindacali in modo da poter dare loro la possibilità di fare emergere delle criticità che, almeno per il Sippe, erano da subito evidenti; ma non siamo stati presi in considerazione e forse parte delle nostre critiche, se ascoltate, avrebbero evitato quanto successo al primissimo giorno
".

Il detenuto protagonista del rocambolesco tentativo di evasione è stato subito trasferito e denunciato all'Autorità Giudiziaria.

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