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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Caso "tavolini di bar e ristoranti": prorogata la deroga Covid per altri sei mesi

Fedriga: "Grazie all'intervento del ministro Sangiuliano. Questa soluzione gioverà a esercenti e commercianti del Friuli Venezia Giulia"

Prorogata per altri sei mesi, fino al 30 giugno 2023, la norma sui "dehors", pensata durante la pandemia per permettere ai locali di avere più posti all’aperto. "Grazie all'intervento del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per avere risolto una situazione ereditata dal suo dicastero e la cui soluzione gioverà a esercenti e commercianti del Friuli Venezia Giulia -  ha dichiarato il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga -: il ministero accoglie le richieste del settore in un momento economico e congiunturale ancora molto delicato". E il governatore ha concluso: "Ora la proroga permette di affrontare con più serenità i prossimi mesi nel corso dei quali verrà studiata la risoluzione definitiva del problema. Con grande sensibilità il ministro si è prontamente attivato".


La situazione

La norma sopra citata sarebbe arrivata a scadenza il 31 dicembre. E, dal primo di gennaio, il decreto ministeriale sottoscritto a fine 2021 dall'allora ministro Dario Franceschini riportava la competenza delle autorizzazioni riguardanti i centri storici nell'ambito delle Soprintendenze ai beni culturali. Misura valida per bar e ristoranti ma pure per eventi e arredi urbani collocati dai sindaci.

Quindi, i cosiddetti dehors, cioè tavolini, sedie e ombrelloni di bar e ristoranti da quella data sarebbero stati sottoposti ad approvazione dell'organo del ministero della Cultura che avrebbe dovuto rilasciare un'apposita autorizzazione a tutti gli esercenti che operano in siti di eccezionale valore storico sottoposto a tutela. 

Un avviso sulla questione è arrivato la scorsa settimana ai sindaci di 27 comuni del Friuli Venezia Giulia tra cui Udine. Ma la questione riguardava anche Moruzzo, Aquileia, Cividale, Codroipo, Gemona, Palmanova, San Daniele,Tarvisio, Tolmezzo e Venzone. Nella lista ci sono anche Cordovado, Polcenigo, Porcia, Pordenone, Sacile, Aviano, Gorizia, Grado, Monfalcone, Muggia, San Quirino, San Vito al Tagliamento, Sesto al Reghena, Spilimbergo, Trieste e Valvasone Arzene. Le prime stime parlano di almeno quattro mesi di attesa prima di riuscire ad avere una risposta dall'ente ministeriale. Una questione burocratica molto pesante. 

Che cosa è successo

Grazie al parere favorevole del ministero ad un emendamento presentato nell'iter di approvazione della legge di bilancio e una nota inviata alle Soprindendenze volta a ribadire la validità degli accordi del 2014 che regolano secondo forme condivise l'occupazione degli spazi pubblici, sono state prorogate fino al 30
giugno 2023 tutte le deroghe in corso. In questo modo viene data risposta alle esigenze degli esercenti, che con la facoltà di estendere i loro spazi esterni erano riusciti ad avere sollievo dopo le restrizioni del periodo acuto della pandemia.

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