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Nozze gay: annullamento delle trascrizioni, il Tar dà ragione a Honsell

Dopo il parere della Procura di Udine è arrivato anche il Tar del Lazio a smetire il Prefetto di Udine, Provvidenza Delfina Raimondo e la Circolare del ministro Alfano del 7 ottobre scorso: "La competenza in materia spetta solo all'autorità giudiziaria"

Anche il Tribunale amministrativo è intervenuto sul controverso tema delle trascrizioni dei matrimoni gay, effettuati all'estero, e registrati in molti comuni d'Italia, fra cui Udine, Roma, Milano, Bologna e Grosseto. E ieri, in merito alle cancellazioni avvenute nel registro dello stato civile presso il Comune di Roma, il Tar del Lazio ha ribadito quanto lo scorso dicembre era stato già indicato dalla Procura di Udine, dopo l'esposto penale presentato dall'Associazione Rete Lenford, e quanto il sindaco Furio Honsell più volte aveva affermato

"L'annullamento di trascrizioni nel registro dello stato civile di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all’estero, può essere disposto solo dall’Autorità giudiziaria ordinaria", dunque "il Ministero dell’Interno e le Prefetture non hanno il potere di intervenire direttamente annullando le trascrizioni". Nella nota si precisa tuttavia che "l'attuale disciplina nazionale non consente di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso e, conseguentemente, matrimoni del genere non sono trascrivibili".

Su questa dicotomia è intervenuto su Facebook Giacomo Deperu, presidente di Arcigay Friuli: “Il Tar di Roma afferma che lo sceriffo Alfano e i suoi Prefetti non potevano cancellare le trascrizioni dei matrimoni gay. Afferma anche che non essendo previsti dal nostro ordinamento, i matrimoni gay non devono essere trascritti. Ma il Tribunale di Grosseto ha confermato, solo pochi giorni fa, con ampie motivazioni il perché i matrimoni gay contratti all'estero devono essere trascritti. Morale della favola? I Sindaci coraggiosi, da Furio Honsell a Claudio Pedrotti, passando per Marino, Merola, Pisapia e tanti altri, hanno avuto il merito di mettere in luce una materia nella quale nemmeno i tribunali riescono a dare una risposta univoca, evidenziando l'urgenza di riconoscere al più presto i diritti delle coppie omosessuali anche in Italia. Ora attendiamo le evoluzioni dei casi di Udine e Pordenone che portano al loro interno questioni di diritto internazionale ancora più determinanti e che potrebbero regalarci belle sorprese".

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