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Cronaca Cervignano del Friuli / Via Ramazzotti, 16

Discoteca sequestrata, il racconto di un minorenne: «L'invito era per i maggiori di 16 anni»

La testimonianza di uno dei 50 ragazzi sotto i 18 anni presenti alla serata "Caliente", organizzata al Dalí di via Ramazzotti a Cervignano

Il cartello sulla porta del locale c’era (come testimonia l’immagine in coda all'articolo) «ma vallo a leggere tu con il buio! In più, sull’invito all’evento postato su Facebook era scritto a chiare lettere che l’ingresso era riservato ai maggiori di 16 anni, non di 18». Così ci ha raccontato uno dei minori presenti sabato sera al Dalí di via Ramazzotti a Cervignano, la discoteca sottoposta a sequestro dopo un'operazione interforze. È chiaro che una scritta su Facebook non può essere presa per oro colato, ma per il valore che il social ha - non solo per i ragazzi - l’informazione errata (in un post creato dalla fanpage della festa itinerante “Caliente”, non direttamente dal locale) ha di certo condizionato più di qualcuno. 

La copertina dell'invito su Facebook

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TANTE SERATE DI QUESTO TIPO. Certo è che, questione Facebook a parte, il locale era davvero stracolmo, ma - secondo quanto ci ha raccontato il nostro interlocutore (residente nei dintorni) - non era la prima volta. «Compio 17 anni la prossima primavera, e quindi - convinto del fatto che per entrarci dovessi avere almeno 16 anni - ci vado da meno di un anno. Ci sono state diverse serate su questa falsariga a livello di presenze. Quella di Halloween in particolare mi ha colpito. C’era davvero il pienone». 

L'invito, con in evidenza il limite minimo di età di 16 anni e non 18

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I CONTROLLI. Per lui, come per tutti gli altri presenti, la serata di sabato è stata dedicata a una lunga coda per essere identificato dalle forze dell’ordine, e non al divertimento: «Pensavo a un controllo di routine. Non sapevo - come detto - né del limite di età e nemmeno di quello relativo alla capienza. Visto che in altre occasioni non c’erano stati problemi non pensavo a una cosa del genere. Gli agenti ci hanno fatti uscire uno a uno. Hanno fatto passare me e i miei amici - come gli altri- vicino al cane antidroga, hanno controllato i documenti e poi siamo usciti. Ci hanno messo un po’, ma è tutto filato tranquillo».

Il cartello esposto all'ingresso del Dalí

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ALTERNATIVE. 

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