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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Centro / Via Francesco di Toppo

«Ma quale mancata fattura? Hanno aggredito me, mia figlia di 1 anno e mia nonna disabile»

Parla l'onicotecnica accusata da due ragazze di averle picchiate dopo aver rifiutato di emettere il documento contabile. «Mi urlavano di tutto. Hanno augurato anche la morte alla mia piccola»

Solo bugie. Questa, in sintesi, la risposta dell'onicotecnica accusata da due ragazze di averle picchiate lo scorso venerdì, nella zona di via di Toppo, dopo un litigio dovuto a delle lamentele sulla prestazione professionale che avrebbe fornito. Se nove e dieci giorni sono le prognosi per la guarigione delle due giovani, venti sono quelli dati alla donna finita nel mirino della coppia, secondo il referto del pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia.

LA RISPOSTA. «Avevo preso appuntamento con le due ragazze conosciute su Facebook per le ore dieci di venerdì mattina per una manicure - racconta l'onicotecnica -. Senza preavviso sono arrivate con 30 minuti di ritardo, a fronte di un appuntamento che sarebbe dovuto durare un'ora. Al loro arrivo, avendo già un altro impegno già fissato per l'ora successiva, ho comunicato che non potendo fare tutto in tempo mi sarei resa disponibile per un altro incontro»​. La proposta - secondo il racconto della professionista - non sembra essere stata tanto gradita però. «Davanti al mio riufiuto - riferisce - le due hanno dato in escandescenza, alzando la voce e pretendendo comunque la prestazione stabilita, senza voler uscire dalla mia abitazione». A quel punto - da parte delle due - sarebbero scattati insulti e improperi: «Mi urlavano "cicciona di m***a" e "p*****a". Sono arrivate addirittura ad augurare che mia figlia "marocchina" dovesse morire».

LA FATTURA. L'onicotecnica contesta anche la versione della mancata fattura: «Ma figuriamoci! Non c'è stata nessuna prestazione scadente. Non ho potuto nemmeno iniziare a lavorare vista la situazione che si era creata, e qulle due non hanno richiesto nessuna fattura. Del resto, cos'avrei dovuto emettere se non ho nemmeno lavorato?». 

IL PESTAGGIO. Diversa è anche la ricostruzione dell'alterco - effettivamente verificatosi - tra il terzetto. In base a quanto raccontato dall'onicotecnica mentre una delle due clienti tentava di calmare la situazone l'altra rincarava la dose. Le mani sarebbero poi volate nel momento in cui le due, nella corte interna dell'appartamento, avrebbero preso una manciata di sassi scagliandola contro la madre della giovane, che in quel momento teneva in braccio la nipotina di un anno, e contro la nonna invalida. Anche l'anziana si è dovuta far medicare in ospedale, e per lei la prognosi è di 5 giorni. «A quel punto - riferisce l'onicotecnica - le due sono tornate indietro e mi hanno aggredita insieme, causandomi oltre che escoriazioni anche la lussazione di una spalla. Ho tentato di difendermi e di difendere anche mia figlia. Dal parapiglia - tra strattonate di capelli e spintoni - è nata poi la rissa».

LA MAZZA DA BASEBALL. Non contente - in base alla descrizione della professionista - le due ragazze avrebbero anche scagliato dei grossi vasi di fiori contro la porta dell'abitazione, nel tentativo di colpire nuovamente la madre di lei e la bimba che teneva in braccio. La mazza da baseball sarebbe si stata impugnata dalla madre, ma solo come atto intimidatorio allo scopo di difendere la figlia, aggredita contemporaneamente dalle due ragazze.

LE FERITE. «Se effettivamente le ferite documentate dalle foto che si sono fatte le due ragazze ci sono - sostiene l'onicotecnica - a causargliele non sono stata io, ma devono aver fatto tutto da sole, per simulare gli effetti di un pestaggio che in verità io ho solo subito».

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