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Cronaca Rizzi / Via delle Scienze

Google dà 100mila euro all'Università di Udine per risparmiare energia

Un team dell'ateneo friulano è stato incaricata dal colosso Usa. L'obiettivo è diminuire i costi in termini energetici, in una percentuale che va dal 5 al 6% annuo

Il colosso del web Google ha commissionato all’Università di Udine uno studio per la riduzione del consumo energetico dei propri data center. La società a stelle e strisce intende risparmiare sui centri di elaborazione sparsi nel mondo, in cui vengono eseguite le ricerche in internet degli utenti.

QUANTA ENERGIA SI CONSUMA. Nel 2013 è stato stimato il consumo di tutti i data center (Amazon, Google, Facebook, ecc.) di 91 miliardi di kilowattora, nel solo territorio statunitense, e per il 2020 è prevista una crescita che raggiungerà 140 miliardi di kilowattora. Soltanto negli States, quindi, il consumo energetico totale richiede un’energia equivalente a quella prodotta da più di 30 grosse centrali termoelettriche a carbone da 500 megawatt. 

IL RUOLO DELL’UNIVERSITÀ DI UDINE. Lo studio dei ricercatori udinesi punta a ridurre il consumo energetico in una percentuale che varia dal 5% al 6%, con un conseguente risparmio che potrebbe aggirarsi intorno 3 milioni di dollari l’anno per ogni data center di Google, che ne possiede diversi in tutto il mondo.

IL TEAM. Lo studio, finanziato per 100 mila dollari e della durata di un anno e mezzo, è condotto da Stefano Saggini, docente di elettronica del Dipartimento Politecnico di ingegneria e architettura, con Roberto Rizzolatti e Mario Ursino, dottorandi di ricerca in Ingegneria industriale e dell’informazione, già laureati in Ingegneria elettronica a Udine, supportati dalla collaborazione del tecnico del dipartimento Fabiano Zaninotto.

Mario Ursino e Roberto Rizzolattiursino.rizzolatti-2

SAGGINI. «Si parla spesso – evidenzia Stefano Saggini – di social network, internet of things e cloud computing, ma senza considerare che i servizi informatici hanno dei costi in termini energetici e quindi economici e ambientali». In pratica, «i computer aumentano negli spazi dei data center – sintetizza Saggini – ed è necessario spendere energia per raffreddarli. Il nostro lavoro studia come ridurre il consumo energetico, e quindi l’impatto ambientale e la bolletta energetica dei data center, a partire dalla messa a punto di sistemi più efficienti di alimentazione dei processori dei grandi server»

L'ORIGINE DEL RAPPORTO. Il rapporto fra Google e Stefano Saggini nasce grazie allo sviluppo di alcune soluzioni innovative per l’alimentazione dei server messe a punto da Saggini nel 2014 nell’ambito di una ricerca condotta per la multinazionale di componenti elettronici italo-francesce STMicroelectronics, soluzioni proposte poi dalla stessa multinazionale a Google. Successivamente, Google ha deciso di finanziare il laboratorio di elettronica di potenza dell’Università di Udine e di avviare e finanziare questo progetto.
 

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